Premier bengalese: manteniamo l’islam religione di Stato
Nella vecchia Costituzione era proibito per qualunque partito rifarsi a principi religiosi. Con le modifiche del 2007, invece, si sono creati diversi partiti musulmani, tra cui il Fronte islamico unito – all’opposizione, ma dal peso politico consistente. Sheikh Hasina non vuole la shari’a (come invece vorrebbe il Fronte islamico unito, ndr), ma conservare comunque quegli elementi portati nella Costituzione dopo l’uccisione del padre.
La Costituzione originaria del Bangladesh è del 1972, anno dell’indipendenza del Paese dal Pakistan, ed era basata su quattro principi fondamentali: secolarismo, nazionalismo, democrazia e socialismo. Il primo grande difensore della Carta fu Sheikh Mujibur Rahaman, leader dell’Awami League (la coalizione di maggioranza), primo premier dello Stato e padre di Hasina. Con la formazione di un governo tecnico appoggiato dai militari, la Costituzione subisce delle modifiche: nel preambolo si legge “Bismillahir Rahmanir Rahim” (“Nel nome di Allah, il più misericordioso, il più compassionevole”), l’islam è dichiarato religione di Stato e in parlamento possono sedere partiti su base religiosa.
Il Bangladesh è un Paese a maggioranza musulmana. Con una popolazione di 150milioni di persone, è una delle nazioni più povere al mondo, ma il terzo Stato islamico più grande al mondo. Gli indù sono circa il 9% della popolazione, buddisti e cristiani una minoranza dalla percentuale irrisoria.