Premier Rajapaksa: Dal nuovo porto di Colombo, ricchezza per tutti
Secondo l’ex presidente, una volta completata, la struttura finanziata dalla Cina darà lavoro a 83mila persone. Il progetto, lanciato nel 2014, era stato bloccato dal precedente governo e poi riavviato. Le proteste della popolazione locale espropriata e degli ambientalisti. La Belt and Road di Pechino non porterà vantaggi al Paese.
Colombo (Asia News) – Il nuovo porto della capitale sarà la principale fonte di reddito del Paese. Lo ha dichiarato ieri il premier Mahinda Rajapaksa durante una visita al grande cantiere, a sei anni dall’inizio dei lavori di costruzione. Il primo ministro, fratello del presidente Gotabaya Rajapaksa, ha detto che, una volta completata, la struttura darà lavoro a circa 83mila persone.
Rajapaksa, che ha anche giocato a golf nel corso dell’ispezione al sito di costruzione, ha lanciato il progetto nel 2014, quando era presidente del Paese. Egli ha difeso l’opera, criticata soprattutto per il suo impatto ambientale. Il precedente governo, sotto la guida del presidente Maithripala Sirisena e del premier Ranil Wickremesinghe, aveva bloccato i lavori nel marzo 2015 per problemi ambientali e normativi. Un anno dopo, le attività di costruzione sono riprese.
L’esproprio dei terreni, che ha provocato le proteste di parte della popolazione locale, è stato completato lo scorso dicembre. Una volta bonificata, l’area di Galle Face, dove sorgerà la città portuale, è stata aperta agli investimenti. Nel complesso, l’intero progetto costerà 12,7 miliardi di euro.
Ambientalisti, attivisti e persone comuni sostengono che la struttura provocherà gravi danni ambientali e da anni protestano contro la sua realizzazione. “I lavori di sbancamento, con la rimozione di sabbia e pietre, hanno danneggiato il territorio. Tra le zone di Panadura e Aanawilundawa è aumentata l’erosione della costa, che ha fatto perdere a tante famiglie i terreni vicino al mare”, spiega ad AsiaNews Ravindra Kariawasam, coordinatore del Centro per gli studi ambientali e naturalistici dello Sri Lanka.
Il nuovo porto, finanziato in parte da investitori statali cinesi, è un tassello della Belt and Road Initiative di Pechino, un grande piano di investimenti per rafforzare i collegamenti commerciali tra Cina, resto dell’Asia, Europa e Africa. Ma per Kariawasam, l’opera non porterà vantaggi economici alla popolazione dello Sri Lanka: “A beneficiarne sarà solo il primo ministro, che è coinvolto nella costruzione della struttura, e non la gente comune. Rajapaksa è andato a giocare lì a golf per la sua felicità, non per quella dei poveri”.
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