Povertà, educazione e senso religioso: le sfide delle famiglie cattoliche tribali
In Bangladesh la metà dei cattolici è d’origine tribale. Per le loro umili origini e l’elevato tasso di analfabetismo, essi sono il bersaglio più facile dei ricchi proprietari terrieri. “Le famiglie santal sopravvivono solo grazie alla pazienza delle mogli”.
Dhaka (AsiaNews) – Povertà, mancanza d’educazione, perdita del senso religioso e persecuzioni per il possesso dei terreni: sono le principali difficoltà delle famiglie cattoliche tribali, che rappresentano la metà dei cattolici del Bangladesh.
Nel Paese asiatico convivono più di 50 gruppi etnici differenti. La metà di loro continua a praticare le tradizioni aborigene, il restante ha accolto il messaggio del Vangelo. È tra questi gruppi che si è svolta la maggior parte dell’attività evangelizzatrice dei missionari cristiani: ogni anno si convertono tanti nuovi fedeli.
I tribali però, proprio per le loro umili origini e l’elevato tasso di analfabetismo, sono il bersaglio più facile dei ricchi proprietari terrieri, che spesso espropriano con la forza e con la complicità di bande di criminali i loro appezzamenti.
Robert Rama, di etnia garo, due anni fa ha sposato una donna; invece di andare a vivere nella casa della sposa, come vuole la tradizione tribale, egli ha portato la moglie a vivere con sé. “Le tradizioni cambiano”, spiega ad AsiaNews. Oggi i due vivono separati e il figlio abita con la madre. “Ci sono stati tanti cambiamenti nella società – continua –. I mariti non vogliono obbedire alle mogli e viceversa. L’egoismo è il problema maggiore. Ognuno vuole dominare l’altro nella vita matrimoniale”.
James Kisku, della tribù dei santal, lavora come dipendente per l’Ong Mennonite Center Committee. Egli riferisce: “Nella nostra comunità santal la povertà è il problema più grande. La maggior parte di noi lavora come bracciante alla giornata, pochi hanno un’istruzione e vivono in buone condizioni socio-economiche”. Poi sottolinea che le famiglie santal “sopravvivono solo grazie alle donne. Le nostre donne sono molto pazienti. Anche se i mariti ubriaconi le maltrattano, esse non abbandonano la famiglia”. Il cattolico riferisce che i tribali sono fedeli di ultima generazione “e non hanno una forte fede come i cattolici bengalesi. Molti non frequentano la messa o non pregano il rosario. Sacerdoti e suore dovrebbero visitare di più le famiglie e occuparsi della guida spirituale”.
P. Simon Hacha, sacerdote di etnia garo della diocesi di Mymensingh, riferisce: “Le sfide sono l’effetto della globalizzazione. In tutto il mondo le famiglie le affrontano e noi non siamo da meno. Le moderne tecnologie, i social media, internet, hanno cambiato la vita delle persone. Alcune li usano in modo positivo, altre in maniera negativa, ed è lì che nascono i problemi. Molti non vogliono seguire l’impostazione matriarcale della società”. Per questo, conclude, “per ridurre i problemi delle famiglie abbiamo pensato di organizzare seminari dedicati alle coppie sposate, corsi prematrimoniali e così via”.
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