Post-tsunami, politici e Banca mondiale “avidi e corrotti”
di Nirmala Carvalho
Il padre redentorista Thomas Koncherry, fondatore del Forum nazionale pescatori, commenta positivamente la reazione di ieri davanti all’allarme tsunami, ma punta il dito contro le organizzazioni internazionali e la politica locale. Queste sfruttano la tragedia del Natale 2004 per rubare i fondi destinati alle vittime e distruggere le economie locali.
Chennai (AsiaNews) – L’allarme tsunami lanciato ieri sulle coste indonesiane, indiane e cingalesi “dimostra come gli Stati, e le popolazioni, siano veramente preparate davanti all’eventualità di un nuovo disastro”. Nonostante questo, “il lavoro di riabilitazione a seguito dell’onda anomala del 2004 è in pericolo, minacciato da organizzazioni internazionali come la World Bank e dalla politica locale, che sfruttano per i loro scopi i fondi destinati alle vittime e distruggere le economie locali”. Lo dice ad AsiaNews il padre redentorista Thomas Koncherry, fondatore del Forum nazionale pescatori, che segue la popolazione dell’India meridionale nel difficile cammino verso il ritorno alla normalità dopo il maremoto del Natale 2004.
Secondo p. Koncherry “quanto si è verificato ieri dimostra il buon grado di reattività dei governi e delle popolazioni locali, che hanno compreso l’allarme e si sono messe in salvo fino a che questo non é cessato. Tuttavia, l’Autorità per la prevenzione e gestione dei disastri dovrebbe essere indipendente ed autonoma dal governo”. Questo perché “il governo ha tutto l’interesse a mantenere sotto stretto controllo i fondi internazionali per la ricostruzione e la rilocazione delle persone colpite dallo tsunami. In India la situazione ha ancora molti punti oscuri, mentre in Sri Lanka è evidente come il governo abbia usato il denaro giunto da tutto il mondo per arricchire sé stesso, e non la popolazione”. D’altra parte, continua il sacerdote, “lo stesso è stato fatto da grandi enti internazionali, come la World Bank, che non hanno rubato denaro, ma hanno sfruttato la tragedia per cambiare volto ai luoghi che ne sono stati colpiti. Hanno costruito alberghi, autostrade, locali ed hanno tolto la spiaggia ai pescatori, che la usano per vivere”.
Tutti coloro che lavorano per aiutare veramente la popolazione, conclude p. Koncherry, “sanno che non si può più vivere sulle spiagge. Ma non per questo si deve distruggere le economie locali, come fanno questi signori. L’Organizzazione mondiale del commercio, la Fao e la World Bank stanno creando un mondo di avidi, che non permette neanche ai pescatori di tornare alla loro vita. Questo si chiama tsunami umano, ed è questa la nuova minaccia contro cui lottare”.
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