02/01/2013, 00.00
ASIA
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Positive le borse asiatiche dopo l'accordo Usa sul 'fiscal cliff'

Tutte le azioni sono cresciute anche del 20%. Dati positivi anche per le manifatture cinesi e coreane. Lo yen scende. La soluzione bipartisan del Congresso rimanda i problemi a febbraio, quando si deve decidere sul tetto del debito, che è giunto a 16400 miliardi di dollari.

Hong Kong (AsiaNews) - I mercati asiatici sono in crescita, dopo l'accordo sul "fiscal cliff", votato dal Congresso americano all'ultimo minuto. In una votazione bipartisan, il Congresso ha approvato un incremento delle tasse  che dovrebbe colpire solo le fasce più ricche del Paese, lasciando salvi i piccoli e medi proprietari. In tal modo si è evitata l'attuazione automatica di una riduzione delle spese e un relativo indiscriminato aumento delle tasse del valore di 600 miliardi di dollari (il "cliff", l'abisso, appunto). L'accordo fa sperare - almeno per il momento - che la prima economia mondiale non scivolerà verso la recessione, coinvolgendo nella sua caduta le altre economie.

L'indice di Hong Kong è cresciuto dell'1,9%; quello di Seoul dell'1,5; quello dell'Australia dell'1,2.

Tutte le azioni - escluso il Giappone - sono cresciute del 20%,  i valori più alti degli ultimi cinque mesi.

L'apparente ottimismo dei mercati è stato sostenuto anche da altri dati economici regionali. In dicembre l'attività manifatturiera della Cina è cresciuta per il terzo mese consecutivo. L'indice ufficiale del Pmi in dicembre è del 50,6. Sopra la cifra di 50 è segno di espansione. Anche in Corea del Sud vi sono indicazioni di crescita nel settore manifatturiero.

Il dollaro è sceso di valore(dello 0,4%) e l'euro viene scambiato a 1,3267 dollari. Lo yen continua la sua discreta discesa, nella previsione che la Banca del Giappone faciliterà i prestiti, secondo il desiderio del nuovo governo di Shizno Abe.

Tutte queste considerazioni sembrano temporanee. Il passo del Congresso americano è solo un piccolo passo. Il prossimo grande problema degli Usa sarà come controllare il deficit federale: in febbraio ci sarà senz'altro una lotta sul superamento del limite, stabilito per ora a 16400 miliardi di dollari.

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