Portavoce Chiesa cattolica: Vicina una legge per la libera costruzione delle chiese
Il Cairo (AsiaNews) - I cristiani d'Egitto potrebbero presto costruire le proprie chiese in modo libero. Lo rivela ad AsiaNews p. Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica, che si dice "fiducioso" sul passaggio in Parlamento (nei prossimi mesi) di una nuova legge, che elimina le restrizioni in vigore per l'edificazione di luoghi di culto cristiani. "Su richiesta del governo - spiega il sacerdote - i leader delle varie denominazioni cristiane hanno steso la bozza per questi provvedimenti, che da tanto tempo chiedevamo di attuare. La Camera si riunirà tra gennaio e febbraio del 2015 e confidiamo nell'approvazione dei provvedimenti".
In vigore dal 1934, l'attuale legge vieta - tra l'altro - di costruire chiese vicino a scuole, canali dei villaggi, ferrovie, uffici governativi e in aree residenziali. Questo ha fatto sì che, nell'Alto Egitto e nelle zone più rurali, intere città o paesini non abbiano neanche una chiesa.
"Quando il presidente al-Sisi - racconta ad AsiaNews p. Greiche - ha incontrato i vescovi delle varie denominazioni e papa Tawadros II, egli stesso ha introdotto l'argomento, dicendo che ogni egiziano ha il diritto di pregare nel proprio luogo di culto".
L'ex generale al-Sisi - "autore" della destituzione del presidente Mohamed Morsi e della fine del dominio dei Fratelli musulmani (giugno 2013) - è di fede islamica, ma sin dall'inizio del suo mandato ha dato un'impostazione pluralistica al nuovo governo. Ciò si è riflettuto nella formazione dell'esecutivo, che conta tre ministri cristiani e quattro ministri donne, ma anche nel clima generale che si respira nel Paese.
"In termini di sicurezza - sottolinea il portavoce della Chiesa cattolica - la vita va molto meglio rispetto all'anno in cui sono stati al potere i Fratelli musulmani. Il Paese sta diventando più sicuro e, in un certo senso, si può dire che l'Egitto 'ha trovato se stesso'. Questo perché il progetto degli islamisti non era per l'Egitto, ma per il Califfato islamico, di cui oggi abbiamo un assaggio in Siria e in Iraq con le azioni dell'Isis". Episodi di violenza "si verificano ancora, ma la vita continua".
In tal senso, lo Stato islamico "non rappresenta una minaccia di per sé. La sua ideologia è la stessa dei Fratelli musulmani, ma a preoccuparci ora sono soprattutto i movimenti jihadisti che operano nel Sinai e in Libia. Queste sono realtà molto più vicine a noi, che possono causare tensioni".
L'"effetto al-Sisi" sta avendo delle ripercussioni positive anche sulla convivenza pacifica tra musulmani e cristiani, che secondo p. Greiche "è tornata quasi alla normalità". "Bisogna distinguere - specifica il sacerdote ad AsiaNews - tra problemi di singoli e politica di Stato. Ancora oggi è facile che si verifichino problemi settari, soprattutto nei villaggi e nelle zone più povere. Accade, per esempio, quando due ragazzi di fede diversa si innamorano". "Conflitti simili - sottolinea - sono sempre accaduti: ma durante il dominio dei Fratelli musulmani erano frequenti perché il governo stesso gettava benzina sul fuoco. Ora invece è 'solo' un problema settario, a cui bisogna trovare una soluzione volta per volta, ma non una questione di politica di Stato".
23/01/2017 15:19
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