14/03/2007, 00.00
CINA
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Più truppe per sedare la protesta nell’Hunan

Gli scontri violenti che hanno ucciso uno studente, erano nati per un aumento del costo dei trasporti pubblici. Soldati anche da Guangzhou, per controllare la zona.
Zhushan (AsiaNews/Agenzie) – Il governo dell’Hunan è intervenuto per fermare la protesta di massa che ha scosso la provincia nei giorni scorsi ed ha deciso di rispondere alle richieste dei contadini che chiedevano la riduzione del costo dei trasporti pubblici. Allo stesso tempo, però, ha inviato altre truppe per controllare la situazione nella zona colpita dalla protesta.
 
I soldati sono stati convocati da Yongzhou e persino dalla vicina città di Guangzhou. I militari, dice un testimone oculare, “controllano la zona palmo a palmo: interrogano i cittadini e chiedono che chi ha scatenato la protesta si consegni alle autorità”.
 
Nel frattempo, il governo locale ha revocato l’appalto dei trasporti pubblici alla società Anda, che aveva arbitrariamente alzato il costo del biglietto di 4 yuan, scatenando la violenza della popolazione. Ora il biglietto è tornato al costo originario, 5 yuan.
 
Il signor Tang, che vive nel villaggio attaccato dalle forze armate, dice che “il governo sta facendo circolare un testo che dichiara ‘risolta’ la situazione che aveva portato agli scontri”.
 
La protesta è nata lo scorso 9 marzo, quando un gruppo di abitanti del villaggio di Zhushan ha iniziato a manifestare in maniera pacifica contro l’immotivato aumento del costo dei trasporti pubblici. Dopo un giorno di proteste, esasperati dalla mancanza di risposte e dagli attacchi della polizia locale, i contadini hanno distrutto alcune macchine.
 
Nel corso degli scontri successivi, che si sono prolungati per oltre quattro giorni, più di 20mila persone si sono unite alla protesta. Con l’arrivo dell’esercito, inviato per sfollare gli abitanti, il confronto si è fatto ancora più violento. Uno studente è morto e dozzine di altre persone sono state ferite.
 
Ora il governo locale minimizza l’accaduto – che sarebbe “una semplice protesta come ne capitano tante” – ma un deputato dell’Assemblea nazionale del popolo (in corso in questi giorni a Pechino) ha chiesto a due colleghi dell’Hunan “come è possibile che accadano incidenti di questa portata”.
 
Le proteste sociali sono in costante aumento su tutto il territorio cinese, nonostante i ripetuti appelli della leadership comunista, che chiede ai governi locali di costruire una “società armoniosa”. Liu Jinguo, vice ministro per la Sicurezza sociale, aveva già affrontato l’argomento all’inizio di gennaio, nel corso di una conferenza nazionale sull’ordine pubblico. Per il dirigente, nel 2006 gli scontri sociali sono diminuiti del 16,5 %, rispetto alle oltre 87mila proteste del 2005.
 
Eppure, i dati mostrano che queste proteste – anche se diminuite di numero – sono sempre più violente.
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