Più straordinari ma più flessibilità, i giovani coreani approvano riforma del lavoro
Il governo delle Corea del Sud ha presentato una proposta per rivedere la legislazione sulla settimana lavorativa dopo che nel 2018 il tetto massimo di ore lavorate in sette giorni era stato portato da 68 a 52. I dipendenti avranno anche la possibilità di convertire in ferie le ore in eccesso. Contrari i principali sindacati del Paese e l'opposizione.
Seoul (AsiaNews) – I giovani lavoratori della Corea del Sud sono favorevoli a una nuova riforma del lavoro presentata dal governo che ha lo scopo di concedere ad aziende e dipendenti maggiore flessibilità nella gestione delle ore lavorative e degli straordinari.
Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo (Ocse) la Corea del Sud è il Paese membro col maggior numero di ore lavorate pro capite. Per questo motivo quando nel 2018 il tetto massimo delle ore settimanali era stato abbassato da 68 a 52, per la nazione asiatica si era trattato di una piccola rivoluzione economica, sebbene non priva di controversie. All’epoca al governo c’erano i progressisti, mentre oggi che sono tornati al potere i conservatori, la riforma del mercato del lavoro è in cima alla lista delle priorità del presidente Yoon Suk-yeol.
Il 6 marzo il governo ha svelato il proprio piano per rivedere la legislazione sulla settimana lavorativa. Secondo le norme attualmente in vigore, per ogni lavoratore è fissato un massimo di 12 ore di straordinari alla settimana. La riforma, invece, mira a rendere più flessibile il conteggio di queste ore: anziché calcolare il massimo di straordinari su base settimanale, i conservatori propongono di introdurre lassi temporali più lunghi per gestire meglio le ore lavorate in eccesso in base all’occorrenza e alla distribuzione del carico di lavoro.
La proposta del governo introduce nuovi tetti massimi, che scendono all’aumentare del lasso temporale: in questo modo a ogni lavoratore saranno concesse in alternativa 52 ore di straordinari su base mensile, oppure 140 ore su base trimestrale, 250 ore su base semestrale, o 440 ore su base annuale. I datori di lavoro avranno l’obbligo di garantire un periodo di riposo di almeno 11 ore tra un turno e l’altro, mentre ai lavoratori sarà concessa anche la possibilità di convertire in ferie gli straordinari, andando a formare un monte ore cumulabile con i giorni di vacanza già garantiti per legge.
Secondo l’agenzia stampa Yonhap, le nuove norme dovrebbero permettere alle aziende di richiedere a ogni lavoratore fino a un massimo di 69 ore settimanali compresi gli straordinari per un massimo di 52 ore settimanali al mese.
“Ci focalizzeremo sul dare più flessibilità e possibilità di scelta negli orari lavorativi, cosicché i dipendenti possano lavorare e risposarsi quando desiderano” ha detto il ministro della Finanza, Choo Kyung-ho, che ha presentato il progetto di riforma.
Le associazioni degli industriali sono state tra le prime a dare il proprio plauso alla riforma, con la Federazione degli imprenditori di Corea che ha dichiarato che si tratta del “punto di partenza per rivedere vecchie leggi e sistemi”. Per la sua rigidità, la normativa vigente è sempre stata molto criticata dai datori di lavoro, in particolare quelli medio-piccoli, che in tema di riforma del mercato del lavoro in realtà chiedono al governo misure ancora più audaci.
Di parere contrario sono invece i due principali sindacati del Paese, che criticano il provvedimento come favorevole solo agli imprenditori, sostenendo che obbligherà i dipendenti a orari lavorativi ancora più lunghi. Anche i partiti di opposizione si sono schierati contro la riforma.
La proposta però sembra trovare consenso tra i giovani lavoratori tra i 20-30 anni. Secondo i risultati di un sondaggio pubblicato dal Korea JoongAng Daily, il 57% dei giovani ritengono che il limite di 52 ore settimanali sia inappropriato per una società moderna in cui gli orari di lavoro dovrebbero essere più flessibili.