09/01/2024, 13.30
CAMBOGIA
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Phnom Penh: polizia ferma 13 attivisti che difendono un'isola dal disboscamento

Si tratta di Koh Kong, l'isola più grande della Cambogia, ma di difficile accesso dalla terraferma. I giovani, tra cui un cittadino tedesco, avevano organizzato una serie di incontri per sensibilizzare la popolazione riguardo i rischi ambientali: le immagini satellitari mostrano infatti la perdita di foresta, un'attività facilitata dalla presenza sull'isola della Marina cambogiana.

Phnom Penh (AsiaNews/Agenzie) - Le autorità cambogiane nei giorni scorsi hanno arrestato e poi rilasciato 13 giovani attivisti ambientali che avevano organizzato una manifestazione per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione dell’isola di Koh Kong, la più grande del Paese con un’estensione di 103 chilometri quadrati, ma minacciata dal disboscamento. Si tratta di un territorio poco conosciuto dagli stessi cambogiani perché difficilmente raggiungibile dalla terraferma. 

Gli ambientalisti, parte di un’organizzazione chiamata “Madre Natura”, indossando delle magliette tutte uguali che chiedevano la protezione dell’isola, hanno esposto degli striscioni - in khmer e in inglese - che recitavano: “Domenica per l’isola di Koh Kong”. Gli incontri, nati per informare e favorire il dibattito con la popolazione, sono infatti settimanali: “Ci prendiamo la domenica per discutere di Koh Kong”, ha spiegato a Radio Free Asia (RFA)Mean Lisa, una delle ragazze detenute. “Vogliamo incoraggiare i giovani di ogni ceto sociale e l’opinione pubblica a impegnarsi nella protezione dell’ambiente e delle risorse naturali. E vogliamo anche che il governo onori la sua promessa di rendere Koh Kong un parco nazionale marino”. Nel 2016 il ministero dell’Ambiente aveva dichiarato che avrebbe chiesto ad alcuni esperti di valutare l’inclusione di Koh Kong tra i parchi nazionali, uno status che avrebbe potuto raggiungere nel 2021. Nel 2020, tuttavia, RFA aveva rivelato che un imprenditore vicino all’ex premier Hun Sen aveva ottenuto la licenza per sviluppare alcune parti dell’isola.

La polizia ha arrestato e interrogato il gruppo verso le 9.30 di mattina del 7 gennaio. Ai giovani - tra cui era presente anche un cittadino tedesco amico di uno degli attivisti cambogiani - è stato chiesto di scrivere le proprie informazioni e di spiegare lo scopo della manifestazione. Sui social, la polizia municipale di Phnom Penh ha dichiarato che gli attivisti di Madre Natura avevano agito illegalmente, compromettendo la sicurezza, l'incolumità e l'ordine pubblico, aggiungendo che il gruppo non aveva informato le autorità in anticipo riguardo il loro raduno. Dopo essere stati trattenuti per otto ore, tutti e 13 sono stati rilasciati. “Siamo stati messi in una stanza chiusa per diverse ore”, ha detto Lisa. “Abbiamo subito molestie e discriminazioni da parte della polizia mentre eravamo lì. Il mio amico straniero - ha continuato - è stato costretto a togliersi la maglietta davanti a tutti gli altri per indossarne una normale, il che è una forma di molestia”.

Sul sito dell’organizzazione ambientalista si legge che l’isola “è un ambiente incontaminato, costituito principalmente da una fitta foresta tropicale sempreverde”, che tuttavia è minacciata dal disboscamento (spesso illegale), quando potrebbe essere convertita a meta di ecoturismo. Le preoccupazioni degli attivisti sono confermate dai dati satellitari: in base a un’inchiesta pubblicata lo scorso anno su Mongabay, le pratiche di disboscamento sull’isola sono favorite dalla presenza di un’unità della Marina cambogiana, già in passato accusata di facilitare il commercio illecito di legname. Secondo i residenti gli ufficiali controllano quasi ogni aspetto della vita quotidiana e gli stessi funzionari locali preferiscono non intervenire con le indagini sulle azioni militari. 

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