Phnom Penh, giro di vite contro l’opposizione: arrestati altri tre attivisti
Phnom Penh (AsiaNews/Agenzie) - Le autorità cambogiane hanno arrestato altri tre attivisti legati al partito di opposizione, con l’accusa di insurrezione per aver partecipato lo scorso anno a una protesta pacifica degenerata poi in violenze. La notizia del fermo è giunta ieri e, secondo un parlamentare, è legata alle critiche rivolte al governo per la gestione degli scontri territoriali sui confini con il vicino Vietnam. I tre attivisti appartengono al partito di opposizione Cambodia National Rescue Party (Cnrp) e sono al momento rinchiusi nella prigione di Prey Sar, a Phnom Penh.
Nel contempo il tribunale ha emesso un mandato di cattura per altri due esponenti del Cnrp, che hanno partecipato il 15 luglio 2014 a una manifestazione a Freedom Park, nella capitale cambogiana, e che si è conclusa con scontri fra dimostranti e forze di sicurezza.
Roeurn Chetra, Yun Kimhour e Yia Thong, i tre attivisti arrestati, hanno affermato di essersi uniti ai manifestanti e di essere scesi in piazza nel giorno in cui sono avvenuti gli scontri, ma di non aver preso parte alle violenze. I giovani lanciano un appello ai concittadini chiedendo giustizia: “Non abbiamo commesso alcun crimine - afferma Yun Kimhour - non abbiamo fatto niente di quello che ci viene imputato”.
In queste ore il Cnrp ha diffuso un comunicato in cui condanna gli arresti e chiede il rilascio incondizionato dei tre attivisti. L’opposizione accusa inoltre il premier Hun Sen e il suo governo di minacciare i membri dell’opposizione e di impedire loro di svolgere i compiti previsti dai principi democratici.
Il mese scorso le autorità avevano arrestato altri 11 attivisti del Cnrp, per aver partecipato alla manifestazione incriminata e li ha rinchiusi nel carcere di Prey Sar con l’accusa - anche per loro - di “insurrezione”. Al termine del processo tre di loro hanno ricevuto una condanna a 20 anni di galera, mentre per gli altri otto la pena inflitta è di sette anni.
Fonti dell’opposizione affermano che, a breve, potrebbero verificarsi altri arresti e condanne fra i membri dell’opposizione e i gruppi attivisti. Am Sam Ath, attivista pro diritti umani, parla di arresti di natura politica e frutto della linea dura dettata dal Primo Ministro contro i dimostranti.
Dietro le proteste vi sarebbe l’annosa questione dei confini fra Cambogia e Vietnam, con l’opposizione interna che denuncia il governo di Phnom Penh di usare cartine geografiche contraffatte, che non indicano le reali demarcazioni. Le popolazioni che vivono lungo la frontiera confermano la gravità del problema e accusano l’esecutivo di non aver saputo trovare ancora una soluzione. A fine giugno si sono verificati pesanti scontri fra vietnamiti e cambogiani lungo il confine nella provincia di Svay Rieng.
03/10/2022 12:18