Phnom Pehn, Hun Manet vuole eliminare il lavoro informale
Il premier cambogiano ha lanciato una nuova strategia di governo che verrà attuata in tre fasi su base "volontaria", ma la quasi totalità della popolazione cambogia è impiegata in queste attività. Alle piccole imprese e ai lavoratori autonomi sono stati offerti molti incentivi, mentre la popolazione teme soprattutto la fase di registrazione e ha bisogno di essere informata sulle fasce di tasse imponibili, sottolineano gli esperti.
Phnom Penh (AsiaNews) - Il primo ministro cambogiano Hun Manet ha svelato ieri la strategia quinquennale nazionale per lo sviluppo economico informale, che dovrebbe “alleviare la povertà, ridurre la disuguaglianza sociale, rafforzare la resilienza socioeconomica e stimolare la crescita economica”, hanno riferito i media statali.
Il premier, salito al potere in modo antidemocratico dopo essere stato nominato dal padre Hun Sen, che ha governato la Cambogia per quasi 40 anni eliminando ogni tipo di opposizione, ha sottolineato che il principale provvedimento della strategia sarà la registrazione, “in maniera volontaria”, di coloro che lavorano nel settore dell’economia informale che potranno così beneficiare di assistenza sanitaria gratuita, borse di studio per i loro figli, indennità mensili nel caso dei lavoratori autonomi e di “esenzioni dalle sanzioni, condoni fiscali per precedenti inadempienze e altri incentivi fiscali” per le piccole e medie imprese.
Hun Manet ha specificato che sono state definite tre “zone”, corrispondenti a successive fasi dell'attuazione della politica: quella puramente informale, quella informale di sviluppo economico che riguarda i lavoratori in transizione e quella formale. “Durante il periodo transitorio, ai proprietari di imprese informali verrà chiesto solo di espletare alcune formalità amministrative necessarie, non la registrazione commerciale. In altre parole, il governo vuole solo preparare una serie di semplici statistiche”, ha dichiarato il portavoce del governo reale della Cambogia, Pen Bona.
Il premier ha poi aggiunto che i lavoratori, in particolare venditori ambulanti, agricoltori, artigiani e coloro che lavorano nei settori dell’edilizia e dei trasporti, avranno accesso a corsi di gestione aziendale e di sviluppo delle competenze per aumentare la produttività.
L’economia informale in Cambogia rappresenta il 40% del prodotto interno lordo (PIL) e secondo i dati più recenti dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) oltre l’85% della forza lavoro è impiegata nel settore informale, una cifra che lo scorso anno era salita addirittura al 93%. Nel 2022, la percentuale di popolazione impiegata che guadagnava meno di 1,90 dollari era il 14,2%, nonostante, grazie al turismo e all’esportazione tessile, dal 1998 al 2019 il Paese abbia registrato una crescita economica media del 7,7% all’anno.
Le politiche presentate da Hun Manet paiono particolarmente ambiziose.Il governo ha dichiarato di aver elaborato la strategia a seguito dell’esperienza della pandemia da covid-19, durante la quale l’esecutivo ha fatto fatica a consegnare gli aiuti alla popolazione perché la maggior parte dei lavoratori non erano registrati. Quello che diversi esperti hanno sottolineato, è la necessità per il governo di rendere chiare alla popolazione quali saranno le fasce di imposta sul reddito imponibile, perché molti temono proprio la pratica di registrazione.
All’inizio di settembre l’amministrazione locale della capitale Phnom Penh aveva lanciato un servizio online per la consegna e la ricezione dei moduli necessari all’apertura di una nuova attività. Il 13 settembre, tuttavia, il premier Hun Manet ha pubblicato un’ordinanza per sospendere il procedimento fino a che non fosse stata pubblicata la nuova normativa sul lavoro informale.