Personalità saudita apre a san Valentino: non è haram, ma un evento sociale ‘positivo’
Per l’ex capo della polizia religiosa della Mecca la festa non ha alcun legame con la fede. E scambiarsi gli auguri “non è contro la sharia”, ma “un gesto gentile”. In diverse città del Paese nei negozi di fiori vengono esposte rose rosse. Prime critiche anche all’obbligo dell’abaya per le donne.
Riyadh (AsiaNews) - Una personalità saudita di primo piano apre ai festeggiamenti per san Valentino, la ricorrenza che celebra gli innamorati di tutto il mondo in calendario domani, 14 febbraio. A lungo proibita nel regno conservatore wahhabita - come in altre nazioni a maggioranza musulmana fra cui Kuwait, Pakistan e Indonesia - la festa non sarebbe più “haram” e contro la sharia, la legge islamica, ma è vista come “un evento sociale positivo” slegato dalla fede.
L’apertura al san Valentino nella roccaforte dell’islam ultraconservatore sunnita arriva da Ahmed Qassim al-Ghamdi, ex capo della polizia religiosa alla Mecca. “È un evento sociale positivo - afferma l’uomo in un’intervista ad Al-Arabiya - e scambiarsi gli auguri per questo non è contro la sharia”. “È un gesto gentile - prosegue - condividere gli auguri in occasione di celebrazioni sociali o feste occidentali, compreso il giorno di san Valentino. È lecito regalare rose, fintanto che ciò viene fatto con persone pacifiche, che non hanno alcun astio o malanimo verso i musulmani”.
Analisti ed esperti sottolineano che affermazioni di questo genere - a maggior ragione se provenienti da un membro dell’establishment religioso o istituzionale - sarebbero state “impensabili” fino a due anni fa. Nell’ultimo periodo l’Arabia Saudita ha promosso una serie di riforme politiche e sociali, ivi compresa l’apertura alla guida per le donne. Tuttavia, restano pesanti violazioni ai diritti umani, una pesante repressione dell’attivismo o della critica verso la leadership istituzionale e religiosa, oltre che il divieto di praticare altri culti che non siano l’islam (sunnita).
Questa mattina molti negozi di fiori a Jeddah e in altre città del regno hanno messo in bella mostra rose rosse, il simbolo della festa degli innamorati, senza per questo - a differenza del passato - scatenare le ire della polizia religiosa. Altro segno di parziale apertura le dichiarazioni emerse nei giorni scorsi da parte di un altro leader religioso islamico, secondo cui le donne non dovrebbero essere “costrette” a indossare l’abaya (il tipo capo femminile che copre il corpo dalla testa ai pedi) in pubblico. “Oltre il 90% delle donne pie nel mondo musulmano - ha affermato Sheikh Abdullah al-Mutlaq - non indossano l’abaya. Per questo non dovremmo forzare il rispetto di questa norma”.
14/02/2022 10:51
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