Per salvarsi, il Partito comunista cinese deve garantire la libertà religiosa
Pechino (AsiaNews) - Il marxismo - come ideologia e come "religione" imposta - non riesce più a tenere insieme la società cinese. La crisi è all'interno dello stesso Partito, non creduto dai suoi stessi membri. L'accademico Liu Peng continua qui la sua spregiudicata analisi sulla Cina contemporanea , segnata dalla debolezza della mancanza di fede, e che rischia di far crollare ogni progresso. Per riconciliare la società è necessario costruire una comprensione comune basata sulla cultura cinese, mentre lo Stato deve diventare un organismo neutro, non coincidente col Partito. A tutti va garantita la libertà religiosa, attraverso cui le generazioni possono essere educate alla morale, vincendo lo squilibrio esistente oggi fra il gigantesco progresso materiale e l'abisso di vuoto spirituale.
Un'analisi, questa di Liu Peng, condivisibile al 90%. In essa c'è infatti un presupposto che non viene discusso e accettato a priori: la leadership del Partito comunista cinese. Pur con questo limite, il contributo di Liu Peng è inestimabile perché dimostra che la Cina senza la libertà religiosa è destina a perdere tutti gli sviluppi a cui è giunta fino ad ora. Traduzione in italiano di AsiaNews.
La soluzione: l'innovazione della fede
É un fatto che la nostra mente non può rimanere in un vuoto. Quando l'ideologia ufficiale cessa di essere la fede volontaria della maggioranza della popolazione, la gente cercherà dei sostituti secondo i propri bisogni. La religione sta diventando sempre più popolare in Cina. Le ragioni sono complesse; ad ogni modo è da considerare di certo [fattori come] l'impotenza e la debolezza del sistema di fede ufficiale, il fatto che "i membri del Partito non credono nel Partito" e che molti membri di esso (specie i quadri) hanno perso la loro fede politica nel marxismo.
Oltre alla crescente popolarità delle religioni tradizionali, stanno guadagnando valore anche religioni più nuove e un ampio spettro di sistemi di fede spirituale. Le ragioni di questa crescente popolarità della religione sono complesse e soprattutto interne. Non possono essere spiegate usando semplici slogan quali "il potere di penetrazione delle religioni occidentali", o "l'arretratezza di educazione e cultura", o "l'inganno degli stupidi".
Come trattare la religione e come attuare l'innovazione della fede sono due pressanti compiti per l'auto-conservazione del Partito comunista cinese.
Messi di fronte a questa dura realtà, potremmo trarre qualche idea dal modo in cui un pensatore cinese contemporaneo, Liang Qichao, comprende la religione. Egli pensa che nessuno può vivere senza religione. La sua opinione è che ogni culto, della natura, di animali, di esseri spirituali, di filosofie, o di una persona (Gesù Cristo, il Buddha Sakyamuni, Marx, Napoleone) cade dentro la definizione di religione. In altre parole, nella misura in cui uno è dedicato in modo assoluto a un oggetto, questo diviene la sua religione. Perciò anche il marxismo è una religione e coloro che credono in esso sono "seguaci del marxismo". Liang Qichao precisa che [il problema] non è se uno crede [ o no], ma se uno crede in qualcosa o no.
Per risolvere il problema della fede nella Cina di oggi, non si dovrebbe divorziare dalle realtà e dal contesto correnti, per guardare indietro al confucianesimo, ai riti feudali o al maoismo. È vero: nel passato, questi sistemi di fede hanno risolto in modo efficace il tema della fede; ad ogni modo, con la globalizzazione e l'esplosione delle informazioni, esse non vanno bene per il 21mo secolo. Per risolvere il problema di oggi, mentre ricalchiamo le tradizioni storiche, dobbiamo essere innovativi in materia di fede.
Le cosiddette tradizioni (la cultura cinese tradizionale) sono il soft power della Cina. L'antica e onorata cultura cinese è il fondamento su cui la Cina e altre nazioni asiatiche hanno costruito il loro sistema di fede. Il suo potere e la sua influenza si sono diffuse nel tempo e nello spazio e hanno superato ogni sistema politico o di dottrina. L'innovazione della fede è l'apertura di una nuova via, con nuovi pensieri e nuovi metodi per incontrare i bisogni pratici della fede in una nuova era. Qual è questo bisogno pratico? È trovare il sistema di fede per gli individui e la nazione. E questa è una grande sfida.
Affrontare la sfida significa affrontare la realtà. Nei passarti 60 anni il marxismo è rimasto la credenza ufficiale della Cina. Ma è molto irrealistico pensare che esso possa rimanere il pilastro spirituale e il nocciolo dei valori di una società, una fede condivisa da tutti. Il nucleo delle teorie sociali del marxismo (plusvalore e dittatura del proletariato) hanno significato istruttivo per il partito dei proletari che cercava di prendere il potere attraverso una rivoluzione violenta. Ma quando cambiano i tempi, le condizioni, l'ambiente, l'obbiettivo e gli scopi, come può il marxismo adattarsi di conseguenza per offrire una guida alla classe dirigente? Questa domanda ha posto una grande sfida a tutti i partiti marxisti che hanno preso il potere nei loro Paesi.
Da quando il marxismo è nato 160 anni fa, vi sono stati molti leader marxisti che hanno guidato il popolo verso grandi risultati, ma sono stati in pochi a prendere il potere e ancora meno coloro che il potere lo hanno conservato. Ciò non è un fenomeno accidentale, maqualcosa che fa pensare. Il successo della Cina è basato sulla sua riforma continua del marxismo classico - la versione maoista, la versione di Deng del marxismo. Tali adattamenti hanno permesso al Partito comunista cinese di prendere il potere e di rimanere al potere fino ad oggi. Dal 1979 la Cina ha adottato il marxismo di Deng. Ora, 30 anni dopo, la Cina ha bisogno di una nuova versione del marxismo come oggetto di fede.
La priorità più acuta del Partito comunista cinese è di rimanere alla guida dello Stato. Ma preservare il marxismo e mantenere il potere non significa necessariamente guidare la nazione cinese verso il progresso. La dura realtà è che i cinesi (compresi quelli di Hong Kong e Macao) accettano la leadership del Partito comunista, ma la maggioranza non crede in esso e non ne farà volontariamente il proprio pilastro spirituale. Se qualcuno non ammette questo fatto, non è onesto. La mancanza di fede nella società di oggi non è dovuta a una mancanza di fede sostenuta dall'ufficialità, ma alla non volontà del popolo a credervi. Come partito al potere, l'obbiettivo del Partito comunista cinese non dovrebbe essere quello di mantenere una certa dottrina sfruttando il proprio potere, ma aggiornare (align) il potere con ogni idea che rappresenta la volontà del popolo, dato che si suppone che l'ideologia deve servire il potere politico e non il contrario. Quando un'ideologia cessa di essere efficace, deve essere rimpiazzata da un nuovo sostituto. Se, nonostante i suoi effetti negativi, si mantiene la vecchia ideologia, l'unico risultato sarà una lealtà superficiale e formale. E questo porta danni sostanziali agli interessi del Partito.
Per questo, per lo sviluppo sociale, il Partito comunista deve proporre una nuovissima e largamente riconosciuta comprensione comune (common understanding). Tale comprensione comune deve rappresentare la volontà del pubblico e le circostanze attuali. Solo in questo modo essa può diventare il valore di base della Cina contemporanea, come pure un sistema di fede condiviso per i cinesi del futuro. Tale sistema di credo non può essere né il marxismo vecchio stile, né una particolare religione (buddismo, taoismo, protestantesimo, cattolicesimo, islam, confucianesimo o qualunque altra religione) perché il credo del Partito differisce dalle religioni e non rappresenta alcuna religione. Sul tema della relazione fra Stato e religione, è impossibile per la Cina adottare un sistema di unificazione fra Chiesa e Stato, o costruire una religione di Stato.
In questo contesto, il Partito comunista cinese ha bisogno di separare la fede politica dal credo religioso e separare le esigenze dei membri del Partito da quelli del pubblico. L'obbiettivo del Partito dovrebbe essere il come rimanere alla guida, piuttosto che come difendere una dottrina filosofica. Il marxismo dovrebbe essere trattato come l'ideologia del Partito, stando di fronte al Partito stesso e non di fronte a tutta la società. Allo stesso tempo, il Partito dovrebbe lanciare una comprensione comune radicata nella tradizione culturale cinese e accettata dall'intera società e nazione come il credo comune a tutta la nazione cinese. Essa non dovrebbe essere né il marxismo, né una religione. E per questo, il marxismo non dovrebbe essere richiesto come il credo obbligatorio per il pubblico. In breve, la situazione su cui il Partito ha bisogno di lavorare è che il Partito abbia il suo credo, la nazione multietnica abbia la comprensione comune, e ogni individuo goda della sua fede personale. Questi tre tipi di fede differiscono come livello, obbiettivo e intensità. Esse si sovrappongono, ma non si contraddicono l'un l'altro.
La cosiddetta fede nazionale è legata alla psicologia nazionale e ai desideri del tempo presente. Essa rappresenta la volontà comune e l'ideale condiviso da tutti. Nel corso della storia, ogni periodo dello sviluppo della Cina è caratterizzato da impressionanti qualità, uniche per quello stadio, e la gente di ogni generazione ha la sua missione storica. Una volta la fede nazionale era "l'emancipazione" (durante gli anni '30 e '40, compresa la "campagna anti-giapponese per salvare la nazione"); un'altra volta era la "lotta di classe"; un'altra era la "riforma e l'apertura". Oggi, ciò che incontra le richieste del pubblico può essere riassunto nello slogan "unità e armonia", che è un'espressione dell'idea di "unità fra uomo e natura". Tale ricca e tollerante visione mondiale è radicata nella cultura tradizionale cinese e allarga il suo concetto di "società armoniosa" oltre i confini politici.
La società cinese, in uno stato di transizione, manca di armonia e perciò è giusto e saggio adottare per il nostro tempo lo slogan "unità e armonia". Questo aiuterà a mantenere la stabilità per la Cina dei prossimi anni, conformandosi ai desideri della gente cinese di qualunque gruppo etnico. E siccome pace e armonia sono temi comuni in tutto il mondo, il Partito comunista dovrebbe cercare di fare della "unità e armonia" lo standard per tutto il mondo. Non è importante sapere se questo è lo slogan migliore. Come dice Liang Qichao, ciò che conta non è l'oggetto della fede, ma se esso agisce e funziona come fede.
Senza un sistema di credo che sia riconosciuto in modo unanime come la base standard, non si può realizzare il bene comune e il tallone di Achille per la crescita della Cina non si risolve. In pratica, sostenere lo slogan della "unità e armonia" farà guadagnare sostegno internazionale, perché chiunque vi si oppone, si oppone alla visione del pubblico. Se noi davvero adottiamo lo slogan "unità e armonia" e lavoriamo per l'armonia fra l'uno e l'altro, fra uomo e natura, uomo e ambiente, allora la macro e la micro situaione della Cina potrà migliorare.
L'essenza di questa fede è quella di essere a beneficio del partito al potere, ma essa è arricchita da importanti caratteristiche nazionali, elementi perenni e accessibilità. Questo sistema di fede è ovviamente superiore al marxismo, che era caratterizzato dalla lotta di classe.
Dopo aver raggiunto una comprensione comune e una fede nazionale, il Partito comunista cinese ha bisogno di trasformarsi dal punto di vista ideologico da partito rivoluzionario a partito di governo. Le sue missioni fondamentali dovrebbero essere il miglioramento dell'amministrazione del governo; l'organizzazione dei quadri, la capacità esecutiva. E per quanto riguarda la fede individuale, il Partito dovrebbe riconoscere che è pericoloso che la maggioranza non sia legata a una fede religiosa o a criteri morali.
Durante i primi anni della Repubblica popolare cinese, e soprattutto durante la Rivoluzione culturale, il Partito comunista ha negato le credenze cinesi tradizionali e adottato il marxismo come credo ufficiale. Quando la Cina ha messo da parte la "lotta di classe" e ha cominciato a trasformarsi, la fede nel marxismo è diminuita così tanto che oggi non serve più come ideologia guida della nazione. Nazione e individui sono di fronte a una profonda mancanza di prodotti spirituali e di fede. Eppure [proprio] la mancanza di un mercato religioso aperto e la mancanza di libertà religiosa hanno prodotto delle fedi false, adulterate e la società è stata inondata di molte credenze.
Il motivo per cui bustarelle e corruzione governative sono divenuti un problema serio sta nel fatto che delle false fedi hanno annegato le fedi piene di pietà; la lealtà verso il partito si è tramutata in dipendenza da coloro che sono al potere, alla ricerca del puro potere e profitto. Tale situazione è la sfida che prima o poi tutti i partiti al potere devono affrontare.
Se il Partito comunista cinese dovesse perdere il controllo sull'area della fede personale e trattare le religione come una questione personale, il Partito diverrebbe in grado di riconciliare in modo ideologico le diverse religioni, guadagnando la loro cooperazione e assistenza nello sviluppare con il Partito la società armoniosa.
Sulla stessa linea, il Partito guadagnerebbe l'approvazione e l'apprezzamento dei fedeli religiosi in patria e all'estero. Sostenuto da un pilastro di fede, specie se religioso, una persona può migliorare il suo carattere morale.
Se religioni diverse si sviluppano nello stesso tempo, la competizione fra di loro non permetterà che una diventi la religione dominante. Anche se i fedeli di una religione superano quelli di un'altra, essi non si isoleranno dalla cultura, né diverranno la religione nazionale, prendendo il posto della cultura cinese. In tutta la storia della Cina, nessuna religione stabilita è stata mai elevata allo status di religione nazionale, dato che il consenso in Cina era che la religione [l'offerta religiosa] doveva essere pluralistica e diversificata. È nel miglior interesse del Paese permettere la coesistenza di diverse religioni e non adottare un sistema di unificazione fra Stato e Chiesa, senza stabilire alcuna religione come quella nazionale. Come coordinatore e garante degli interessi pubblici, lo Stato dovrebbe trasformare il suo modello di rapporto con le religioni, da un sistema di organizzazione amministrativa al governo secondo la legge, rafforzando la legislazione religiosa, regolando e correggendo secondo la legge tutti i problemi che riguardano le religioni, permettendo alle religioni di competere e svilupparsi all'interno dello spazio della legge, proteggendo la libertà del pubblico nello scegliere i loro prodotti spirituali.
In più, il Partito dovrebbe ancora una volta lasciare alle religioni la responsabilità di prendersi cura di questioni personali, come provvedere all'educazione morale e offrire prodotti spirituali (come era nella Cina antica ed è nella maggior parte dei Paesi di oggi). L'educazione morale degli individui dovrebbe essere sotto la portata della religione, ma il loro comportamento dovrebbe essere legato alla legge.
Lo scopo di questa discussione non è incoraggiare lo stabilirsi di nuove religioni, ma di portare innovazione alla materia del credere a tutti i livelli. Per lo Stato, credere significa la comprensione comune nazionale, più la cultura cinese; per il Partito è il marxismo, più la cultura cinese; per l'individuo è la sua libertà di credere, più la cultura cinese. Stato, Partito, individuo hanno i loro credo, ognuno con enfasi differente, ma tutti radicati nella cultura cinese. (Cultura cinese qui si riferisce alla cultura cinese tradizionale, che comprende filosofia, letteratura, musica, teatro, arte, architettura, medicina, arti marziali, cucina, tè, porcellane, mobili).
Se gli scopi di cui sopra vengono raggiunti, allora la qualità generale del potere del Partito aumenterà in modo chiaro. In più, si potrà stabilire la comprensione comune di una fede nazionale; gli individui avranno la libertà di scegliere i loro prodotti di fede spirituale e lo squilibrio fra sviluppo materiale e spirituale sarà ridotto in modo netto.
La Cina è una grande nazione. Nella misura in cui i cinesi non seppelliscono le loro teste sotto la sabbia; la società cinese trova una comprensione comune, condivisa dalla maggioranza; i cinesi hanno fedi e pilastri spirituali scelti liberamente, il problema della fede sarà risolto e il sogno di una "crescita" della Cina fino al potere diverrà vero.
Per le parti precedenti, vedi:
25/07/2012 Il tallone d'Achille della potenza cinese: la religione
31/07/2012 Liu Peng: I cinesi hanno "perso la fede" negli ideali proposti dal Partito
06/09/2012 Dopo le "religioni fallite" di Mao e di Deng, la Cina cerca Dio
22/12/2003