25/01/2021, 08.56
OMAN
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Per rilanciare l’occupazione, l'Oman taglia i lavoratori stranieri

La crisi del petrolio e la pandemia da nuovo coronavirus hanno alimentato la disoccupazione. Il ministero del Lavoro conferma la “nazionalizzazione” di alcuni settori. Alla scadenza non saranno rinnovati i permessi di lavoro. Nel Golfo vivono oltre 25 milioni di lavoratori stranieri e costituiscono la maggioranza della forza occupazionale.

Mascate (AsiaNews/Agenzie) - I lavoratori migranti in Oman non potranno più svolgere una serie di lavori, che in futuro saranno di pertinenza esclusiva dei cittadini nel tentativo di rilanciare economia e mercato interno dell’occupazione, colpiti dalla pandemia di Covid-19. È quanto hanno annunciato ieri i vertici del governo di Mascate.  Il territorio locale e la regione  del Golfo dipendono in larga parte dagli stranieri, pagati meno e meno garantiti sul piano di diritti e tutele. 

Nel Sultanato dell’Oman la forza lavoro immigrata costituisce circa il 40% del totale, su una popolazione complessiva di 4,5 milioni di abitanti. Di fronte a una crisi economica massiccia e al forte calo derivante dai proventi del petrolio, l’Oman e altre nazioni del Consiglio di cooperazione del Golfo (Gcc) hanno intensificato gli sforzi per creare posti di lavoro interni, a vantaggio dei propri cittadini.

Ieri il ministro del Lavoro dell’Oman ha annunciato che “un certo numero di posti di lavoro nel settore privato saranno nazionalizzati”. Egli ha quindi aggiunto che, alla data di scadenza, non saranno rinnovati i permessi di lavoro per gli stranieri appartenenti alla categoria e ai settori coinvolti dalla riforma.

Fra questi vi sono compagnie di assicurazione, concessionarie di automobili, posizioni finanziarie, commerciali e amministrative saranno “limitate ai soli cittadini dell’Oman” ha aggiunto il ministero. Anche il lavoro di autista “a prescindere dal mezzo guidato” sarà appannaggio esclusivo dei locali.

Nell’aprile 2020 i vertici di governo hanno ordinato alle società a partecipazione statale di accelerare il processo di sostituzione del personal straniero con propri cittadini, in particolare per le posizioni di più alto livello. Fino a pochi mesi fa, infatti, secondo le stime del ministero delle Finanze un gran numero di espatriati occupava ancora incarichi e ruoli manageriali all’interno di aziende statali.

L’Oman e gli altri Stati del Golfo fra cui Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Qatar e Bahrain hanno cercato di diversificare negli ultimi anni le loro economie e integrare milioni di neolaureati nella loro forza lavoro. I governi hanno introdotto una legislazione finalizzata a privilegiare i locali sugli stranieri, tanto nel pubblico quanto nel privato. Oltre 25 milioni di stranieri vivono nell’area e costituiscono la maggioranza della popolazione negli Eau, Qatar e Kuwait. 

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