Per il futuro del Pakistan, basta con lo sfruttamento dei bambini
Lahore (AsiaNews) - I bambini privati dei loro diritti non potranno mai diventare "buoni cittadini"; per dar vita a una società "prosperosa" è essenziale "garantire" tutele ai minori, perché essi "non sono nati per essere vittima di abusi, lavoro forzato o sfruttamento". È quanto racconta ad AsiaNews Sobia John, giovane cristiana impegnata a favore della tutela dell'infanzia e dei minori vittime di violenze. Originaria di Lahore, nel Punjab, la ragazza collabora con l'ente Society for the Protection of the Rights of the Child (Sparc) ad una serie di programmi e iniziative rivolte ai bambini disagiati. L'ultimo progetto, in ordine di tempo, al quale ha aderito si intitola "Violenze contro i bambini", ma in passato si è battuta anche per i diritti delle donne appartenenti alle minoranze, dei lavoratori sfruttati e degli emarginati. "I problemi politici ed economici - afferma la giovane pakistana - che attraversa il Paese hanno un impatto negativo su tutta la popolazione, ma i bambini sono i soggetti più colpiti".
Sobia John (nella foto) ha conseguito un master in Scienze della comunicazione e ha alle spalle un'esperienza nel campo del giornalismo, sia internet che carta stampata. Ma è nella tutela dei diritti dell'infanzia che la giovane ha profuso gran parte del suo impegno e della passione personale. "[I bambini] sono costretti a mendicare, torturati, abusati e vittime di violenze sessuali, in particolare le ragazzine" racconta l'attivista, ma nonostante tutto questo "non protestano per i loro diritti e non commettono violenze contro le ingiustizie". Per questo, aggiunge, è "compito degli adulti lottare per i diritti dei bambini".
Nei giorni scorsi si è celebrata la decima edizione della giornata promossa dall'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo), contro lo sfruttamento del lavoro minorile; nel 2012 l'attenzione degli esperti si è concentrata sul settore agricolo, dove circa il 70% degli occupanti nel mondo ha meno di 18 anni. Secondo la Sparc, in Pakistan è prassi comune utilizzare il lavoro minorile in diversi settori, "dall'impiego leggero alle mansioni più pesanti e pericolose"; stime recenti, aggiungono gli attivisti, mostrano che "fra gli 11 e i 12 milioni di bambini, la metà dei quali al di sotto dei 10 anni, sono sfruttati per lavoro" su tutto il territorio nazionale.
La società deve investire in iniziative, leggi e programmi "child-friendly", prosegue Sobia John che sogna "una società libera dalla violenza" in cui "ogni bambino ha il diritto di godere della propria infanzia". "Vorrei mutare le sofferenze - aggiunge - in felicità e le violazioni in dignità". La giovane attivista non risparmia critiche al governo "che manca di interesse e iniziative" e alla società civile, le cui risposte sono spesso "insoddisfacenti". "I parlamentari e i promotori delle leggi - spiega ad AsiaNews - non capiscono e non considerano i diritti di un bambino una questione di primaria importanza". Mancano politiche e norme che siano in accordo con lo spirito della Convenzione Onu per i diritti dell'infanzia, che Islamabad ha ratificato nel 1990 ma non ha fatto nulla nel concreto per applicarne le direttive.
Per prima cosa, aggiunge Sobia John, è importante garantire "l'identità" del minore, cui si aggiungono "protezione, cibo, alloggio, istruzione, assistenza sanitaria e affetto". Uno dei fattori chiave è la carenza nel settore dell'educazione: "Nonostante il fatto che il Pakistan sia inquadrato fra le nazioni con vasta percentuale di analfabetismo - commenta - i vari governi che si sono succeduti negli anni non hanno fatto nulla per educare le masse e diffondere un'istruzione di larga scala". "Il governo - conclude - deve investire in attività rivolte ai bambini", per dar vita a un futuro "senza pistole e disordini [...] senza fame né paure".
13/06/2020 08:00