26/09/2014, 00.00
INDIA
Invia ad un amico

Per diventare una superpotenza mondiale, "l'India deve mettere al sicuro le minoranze"

di Nirmala Carvalho
Lo afferma ad AsiaNews il presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic). In volo per gli Stati Uniti, il Primo ministro nazionalista Modi deve proteggere le fasce deboli della società dai radicali indù. I membri di una Federazione cristiana di indiani-americani non hanno ottenuto il visto per aver chiesto giustizia dopo i pogrom di Kandhamal.

Mumbai (AsiaNews) - "Ora che l'India cerca di ritagliarsi un posto tra le superpotenze mondiali, il suo Primo ministro Narendra Modi dovrebbe dichiarare in modo inequivocabile che le minoranze, i dalit, le donne e i bambini del Paese sono al sicuro dai reparti d'assalto del suo partito e che vivono in uno Stato di diritto". A parlare ad AsiaNews è Sajan K. George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), analizzando i due volti del premier dell'India, in viaggio verso gli Stati Uniti: quello di riformatore economico, che presenta al mondo, e quello di leader della destra nazionalista e radicale indù (Bjp, Bharatiya Janata Party), in casa.

"La crescente fama nazionale di Modi - sottolinea il leader cristiano - si basa sulla promessa di sbloccare il potenziale incatenato dell'India, e non di costruire uno Stato in cui gli indù abbiano la supremazia". Tuttavia, "prendere le sue parole per buone sarebbe devastante per l'India e straordinariamente ingenuo per gli indiani. Il Bjp è solo una delle tante facce di quell'idra che è la Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss), un gruppo nazionalista paramilitare modellato secondo i partiti fascisti della destra europea della seconda guerra mondiale".

Bandito durante il dominio inglese e per altre tre volte nell'India post-Indipendenza, ricorda, "la Rss ha resistito ed è risorta. Che la loro visione di uno Stato indù sia ristretta e fonte di divisione ed esclusione, non è mai stata oggetto di discussione. Ma la loro nuova presa sul potere politico è senza precedenti".

In attesa che Modi arrivi a New York - dove lo aspettano probabili contratti miliardari - il Gcic è preoccupato per "l'ingiusto trattamento inflitto ad alcuni membri della Federation of Indian American Christian Organizations of North America (Fiacona, di cui il Gcic fa parte - ndr), a cui è stato negato il visto solo perché chiedono giustizia per le vittime e i sopravvissuti dei pogrom anticristiani del Kandhamal".

Tra l'altro, fino a pochi mesi fa lo stesso Modi non poteva entrare negli Stati Uniti, per via del suo coinvolgimento nei massacri tra indù e musulmani in Gujarat nel 2002.

"Fiacona - nota ad AsiaNews Sajan George - apprezza le preoccupazioni espresse tante volte dal Primo ministro dell'India nei confronti degli indù perseguitati in Pakistan e in Bangladesh. Tuttavia, egli dovrebbe avere un analogo atteggiamento nei confronti delle minoranze cristiane in quei Paesi". La Federazione cristiana, spiega il presidente del Gcic, "vuole dare il suo benvenuto al premier, la cui discriminazione costruttiva si riferisce a uguali opportunità. Ma tale discriminazione costruttiva non riguarda i nostri fratelli e sorelle dalit".

In tal senso, afferma Sajan George, "se la leadership del Bjp crede che non valga la pena ripetere [gli errori] del passato, deve agire in modo efficace per fermare gli istinti violenti delle sue truppe d'assalto, che continuano ad attaccare i cristiani e le loro proprietà".

 

 

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Washington accusa: Con Modi, peggiora la situazione della libertà religiosa in India
02/05/2015
Chhattisgarh, ripresi gli attacchi contro i cristiani nel post elezioni
28/05/2019 09:02
Maldive, Usa, Cina: le prime tappe internazionali del secondo mandato di Modi
29/05/2019 13:29
Gesuita indiano: Il grande bluff di Narendra Modi prima o poi sarà smascherato
19/02/2015
India, Modi giura per il secondo mandato. Continua la persecuzione delle minoranze
31/05/2019 09:11


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”