16/12/2014, 00.00
RUSSIA
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Per cercare di frenare il crollo del rublo, Mosca aumenta i tassi al 17%

di Nina Achmatova
È la prima volta dal 1998, quando la svalutazione arrivò al 100%. Il regolatore ha aumentato di quasi 7 punti percentuali i tassi di riferimento. Secondo gli esperti la decisione era dovuta ma va contro le promessi di Putin di sviluppare e rilanciare il business.

Mosca (AsiaNews/Agenzie) - Mentre continua la caduta libera del rublo su euro e dollaro, la Banca centrale russa ha annunciato dal 16 dicembre un nuovo aumento del tasso di riferimento: dal 10,5 al 17%. Si tratta del maggiore incremento singolo dal 1998, quando i tassi russi superarono il 100% e il governo dichiarò default sul debito.

"La decisione è stata presa per limitare il significativo aumento dei rischi di svalutazione del rublo e di inflazione", si legge nel comunicato del regolatore, che aveva già alzato di 1 punto i tassi lo scorso 11 dicembre, portandoli appunto al 10,5% ma senza ottenere i risultati sperati.

In quello che i mercati hanno definito "Black Monday", il 15 dicembre lo scambio euro/rublo ha superato quota 78, mentre quello dollaro/rublo è arrivato a 63. La svalutazione nelle ultime quattro settimane è quasi pari al 50% e la Banca centrale ha previsto che l'economia russa potrebbe subire una contrazione del 4,8% nel 2015, se il prezzo del petrolio si manterrà ai livelli attuali; mentre le previsioni per il tasso di inflazione sono state riviste fino all'11,5%.

In apertura di contrattazioni, questa mattina, la valuta russa ha registrato un rafforzamento sul biglietto verde e sulla moneta europea, per poi però perdere di nuovo terreno e toccare un nuovo record negativo sull'euro, scambiato a 79,25.

Secondo gli economisti, contattati dall'agenzia Rbc, la decisione della Banca di Russia potrebbe portare il rublo a stabilizzarsi sui 60 rispetto al dollaro. "Tuttavia, questo non risolve il problema fondamentale della debolezza dell'economia russa, causata dal crollo del prezzo del petrolio e dalle sanzioni - ha fatto notare Nizam Idris, del gruppo di investimento Macquarie - il forte aumento dei tassi di interesse, in futuro, danneggerà l'economia".

La drastica manovra della Banca di Russia dimostra la difficoltà finanziaria in cui versa il Paese. Se verranno sostenuti, i nuovi alti tassi strozzeranno un'economia già fortemente colpita dalle sanzioni e dal crollo del prezzo del petrolio; la misura, inoltre, sembra andare in direzione opposta alle promesse di apertura e incentivi al business fatte di recente dal presidente Vladimir Putin, nel suo messaggio sullo stato della nazione.

"Questa mossa rappresenta la resa della crescita economia per preservare il sistema finanziario", fa notare Ian Hague, partner della Firebird Management LLC, con sede a New York.

Dall'inizio dell'anno la moneta russa ha perso oltre il 45% del suo valore sul dollaro (42% sull'euro). La veloce svalutazione ha rievocato in molti lo spettro della crisi russa del 1998, evento che ha avuto ripercussioni sui mercati mondiali. In questi anni, però, non ha fatto nulla per modernizzare e rendere più produttivo il proprio sistema economico, rimandando le riforme che servivano al Paese. Come ha di recente denunciato l'agenzia Bloomberg, però, il Cremlino non ha mancato di premiare i suoi "fedeli", elargendo commesse e appalti pubblici. Nell'ultima finanziaria, per far fronte al calo delle entrate sono stati tagliati i fondi per innovazione e sviluppo, zone economiche speciali e piccole imprese, mentre sono salite del 30% le risorse destinate all'industria militare.

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