Per Pechino la protesta contro la torcia è "ignominiosa", ma sui media cinesi c'è black-out
Pechino (AsiaNews) – “La torcia olimpica simboleggia i nobili ideali e le migliori aspirazioni dell’umanità e chiunque la disturba o sabota è [una persona] ignominiosa e non merita sostegno”. Qin Gang, portavoce del ministero cinese degli Esteri, tuona contro gli attivisti che il 24 marzo hanno protestato durante la cerimonia di accensione della torcia nel tempio di Hera nell’antica Olimpia (Grecia). Ma le proteste, trasmesse in diretta tv mondiale, sono state oscurate nella sola Cina e il giorno dopo i quotidiani cinesi non ne parlano. Segno che Qin non è proprio credibile quando conclude che “chi deve sentirsi imbarazzato non è la Cina, ma questi artefici di sabotaggio e di disordine”.
Durante la cerimonia un attivista di Reporter senza frontiere è corso dietro Liu Qi, segretario del Partito comunista di Pechino intento al suo discorso, e ha sventolato una bandiera con i 5 cerchi olimpici a forma di manette e la scritta “boicottate i Paesi che disprezzano i diritti umani”. Un altro ha cercato di impadronirsi del microfono. La polizia li ha subito fermati, ma la tv li ha ripresi. Ma la tv statale cinese ha diffuso le immagini in leggera differita, nonostante avesse annunciato la diretta, e il programma si è interrotto per alcuni secondi, senza alcuna spiegazione, subito dopo l’inizio del discorso di Liu, mandando in onda immagini di archivio.
Il giorno dopo i giornali cinesi hanno dedicato intere pagine all’evento, con una descrizione accurata e quasi lirica di ogni attimo, ma nessuno parla della protesta, né della donna tibetana che si è poi gettata in terra davanti al tedoforo. In compenso i giornali cinesi tacciano i media esteri di “distorsioni e talvolta di disonestà” per quanto dicono sulle proteste in Tibet.
Per il percorso della torcia si annunciano altri problemi. Gruppi per la tutela dei diritti protestano che la torcia non deve passare per il Tibet, finché la regione è interdetta a turisti e giornalisti. E attivisti pro-Tibet promettono proteste quando la torcia passerà in vari Paesi, come la Gran Bretagna e l’Australia. David Miliband, segretario britannico agli Esteri, ha promesso che Londra non ostacolerà le proteste pacifiche dei tibetani quando la torcia passerà nel Paese, il 6 aprile.
Intanto proprio il 24 marzo è stato condannato a 5 anni di prigione Yang Chunlin, in carcere dal 6 luglio 2007 per “istigazione alla sovversione contro lo Stato”, per avere scritto in una petizione che “non abbiamo bisogno delle Olimpiadi, abbiamo bisogno di diritti umani”. Nelle stesse ore Jacques Rogge, presidente del Comitato olimpico internazionale, ha ripetuto ad Olimpia che “i Giochi hanno fatto avanzare l’agenda dei diritti umani” in Cina.