Per Colombo è “inammissibile” che i giornalisti critichino il governo
di Melani Manel Perera
Cinque organizzazioni del settore dei media scrivono al segretario alla Difesa criticando le sue intimidazioni a due giornalisti “colpevoli” di aver partecipato ad una protesta contro la violenza delle forze armate sui reporter “scomodi”.
Colombo (AsiaNews) - È il governo dello Sri Lanka il mandante del rapimento e del pestaggio del giornalista Keith Noyahar del quotidiano nazionale “The Nation” avvenuto il 22 maggio scorso a Colombo. Lo sostengono cinque grandi organizzazioni di media che hanno promosso una manifestazione di protesta al grido “Stop alle violenze sui giornalisti”. Le stesse cinque hanno scritto una lettera al segretario alla Difesa, Gotabhaya Rajapakse, fratello minore del presidente Mahinda Rajapkase, condannando le sue pressioni sui reporter che hanno partecipato alla dimostrazione del 23 maggio. La Sri Lanka Working Journalist Association (SLWJA), la Federation of Media Employees Trade Union (FMETU), lo Sri Lanka Muslim Media Forum (SLMMF), la Sri Lanka Tamil Journalists Alliance (SLTJA) e il Free Media Movement (FMM) sono le firmatarie del testo.
Nella lettera si denuncia che Gotabhaya Rajapakse ha convocato nel suo ufficio Sanath Balasooriya, e Poddala Jayantha, presidente e segretario generale della Sri Lanka Working Journalists Association (SLWJA), colpevoli ai suoi occhi di aver preso parte alla manifestazione del 23 maggio che aveva come scopo la critica delle forze armate. Secondo il segretario alla Difesa, “è inammissibile lavorare in giornali di stato, e tenere posizioni contrarie al governo”.
Con la missiva a Gotabhaya le cinque associazioni riaffermano il diritto alla libertà di stampa e sottolineano che le dichiarazioni del funzionario di Stato “rivelano chiaramente quale sia la reale condizione dei diritti umani e della stampa nel Paese”.
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