Pechino: la minaccia delle bolle speculative e dell'inflazione
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Cheng Siwei, vicepresidente del Comitato permanente dell’Assemblea nazionale del popolo, avverte che nel mercato azionario cinese c’è ancora una “bolla speculativa”, nonostante il calo di febbraio. A febbraio l’inflazione cresce rapida e per contenerla la Banca centrale è pronta ad aumentare il costo del denaro.
A margine dei lavori dell’Anp, Cheng spiega che “è positivo che il mercato [azionario] abbia perso qualche punto, perché ha ridotto il rischio che esploda la bolla inflazionistica”. Ma ancora i valori sono sovrastimati e gli investitori debbono evitare “un cieco ottimismo”.
A febbraio il mercato azionario cinese ha perso il 9% del valore in un solo giorno, ma nel 2006 era cresciuto del 130%, registrando uno dei maggiori aumenti mondiali. Ma Cheng insiste che il listino è sovrastimato e che solo il 30% circa delle oltre 1.300 ditte quotate in borsa hanno un effettivo valore fondato sui loro investimenti. Oggi il mercato azionario di Hong Kong ha perso il 2,8% e Shanghai il 2%, ma esperti ritengono che dipenda dalle perdite registrate ieri a Wall Street.
Intanto aumenta l’inflazione, nonostante il governo tenga fermi i prezzi di importanti beni di consumo. A febbraio i prezzi sono cresciuti del 2,7%, ma il settore alimentare ha visto una crescita del 6%, rispetto al +1% del settore non alimentare. In un anno la carne è aumentata del 15,4% e le uova del 30%. L’aumento del costo degli alimenti è molto maggiore dell’aumento dei redditi dei contadini, che sono la grande maggioranza della popolazione. Per la prima volta da un decennio sono aumentati anche i prezzi di generi come l’abbigliamento e le merci durevoli come le lavatrici.
Nello stesso mese gli scambi commerciali con l’estero hanno registrato un nuovo surplus di 23,76 miliardi di dollari a favore di Pechino. Le riserve finanziarie alla fine del 2006 sono state stimate in 1.066 trilioni di dollari, le maggiori del mondo, e Cheng prevede che il governo potrebbe doverne investire parte all’estero, per ridurre lo sbilancio commerciale.
Inoltre il ministero del Commercio ha segnalato che nei primi 2 mesi del 2007 la Cina ha avto 9,71 miliardi di dollari di investimenti esteri diretti, con un aumento del 13% rispetto allo stesso periodo del 2006. Economisti avvertono che l’aumento dell’inflazione e i bassi interessi bancari incentivano i risparmiatori a investire il denaro, ad esempio nel mercato azionario o in quello immobiliare, in questo modo aumentando il rischio di una bolla speculativa.
La scorsa settimana il premier Wen Jiabao ha detto che per il 2007 si vuole contenere l’inflazione entro il 3%. Esperti della Goldman Sachs prevedono che “se l’espansione monetaria continua ad accelerare all’attuale velocità, sono probabili nuove spinte inflazionistiche nella seconda metà dell’anno”.
Secondo tutti gli esperti, se continua questo trend è “molto probabile” che la Banca Centrale aumenti il tasso di interesse sul denaro e intervenga con altre misure antiinflazionistiche. (PB)