Pechino: incursioni nei cieli di Taipei sono risposta alle interferenze straniere
Con 28 aerei militari, ieri i cinesi hanno compiuto il raid più massiccio da mesi. Una replica al G7, che chiede soluzione pacifica per la contesa tra Cina e Taiwan. I velivoli del gigante asiatico hanno sorvolato un’area attraversata da una portaerei Usa. Esperti: Pechino vuole intimidire i suoi avversari.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Le incursioni aeree della Cina nei cieli di Taiwan sono una risposta alle interferenze di Paesi straneri che cospirano con il governo di Tsai Ing-wen per l’indipendenza dell’isola. È quanto affermato stamane da Ma Xiaoguang, portavoce dell’Ufficio cinese per gli affari taiwanesi, dopo che ieri 28 aerei militari dell’Esercito popolare di liberazione hanno oltrepassato la zona d’identificazione aerea di Taipei: il raid più massiccio dallo scorso settembre, quando Pechino ha iniziato a intensificare le sue sortite aeree nello Stretto di Taiwan.
Il ministero della Difesa di Taipei ha sottolineato che i cinesi hanno schierato un velivolo anti-sottomarino, un aereo per la guerra elettronica, quattro bombardieri, due aerei radar e 20 caccia da combattimento. L’operazione è arrivata due giorni dopo che i Paesi del G7 hanno chiesto il mantenimento dello status quo nello Stretto di Taiwan, incoraggiando Pechino e Taipei a trovare una soluzione pacifica per le loro dispute. La Cina comunista considera Taiwan una provincia “ribelle”, da riconquistare anche con la forza se necessario.
La formazione aerea cinese ha sorvolato anche la punta meridionale dell’isola, nei pressi del Canale di Bashi, che divide Taiwan dalle Filippine: un probabile messaggio agli Stati Uniti. Ieri una portaerei Usa e il suo gruppo di combattimento hanno attraversato il passaggio marittimo per raggiungere il Mar Cinese meridionale, che i cinesi rivendicano quasi per intero.
Secondo diversi osservatori, con le sue ripetute incursioni la Cina vuole intimidire Taipei e Washington, oltre a lanciare alla comunità internazionale il messaggio che essa non farà marcia indietro sulle sue rivendicazioni territoriali. Analisti taiwanesi osservano anche che la leadership cinese lancia queste operazioni per ammorbidire le frange più nazionaliste del regime.
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