Pechino: il presidente di Taiwan è “un traditore che provoca”
Li Weiyi, portavoce dell’Ufficio affari taiwanesi di Pechino, ha sottolineato la ferma opposizione cinese alla proposta di un referendum popolare a Taiwan sulla richiesta di un seggio all’Onu. Critiche anche da Washington.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Cina ha definito ieri “una provocazione” il tentativo di effettuare un referendum sull’ingresso di Taiwan nelle Nazioni Unite ed ha accusato il presidente dell’isola Chen Shui-bian, accanito sostenitore dell’indipendenza, di essere “un traditore”.
Li Weiyi, portavoce dell’Ufficio affari taiwanesi di Pechino, ha sottolineato: “Se Chen Shui-bian continua in maniera ostinata a fare mosse pericolose, nonostante gli avvertimenti e le denunce della comunità internazionale, dovrà anche affrontare tutte le serie conseguenze del suo comportamento”.
Chen cerca da tempo di riportare Taiwan all’interno della comunità internazionale. Nonostante la Legge anti-secessione approvata da Pechino nel 2005, che autorizza l’esercito cinese ad invadere Taiwan in caso di “secessione”, il presidente di Taipei ha più volte chiesto all’Onu di approvare la richiesta di seggio, finora negata.
Anche gli Stati Uniti, partner storici dell’isola, hanno criticato la scelta di effettuare un referendum popolare sulla prossima richiesta alle Nazioni Unite proposto da Chen.
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