29/05/2024, 13.51
CINA
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Pechino: calano le emissioni con l’espansione delle rinnovabili, ma resta il carbone

Per la prima volta dalle riaperture post-Covid a marzo sono diminuite del 3%. Stabili nel settore energetico grazie all’aumento di solare ed eolica, l’acciaio scende dell’8% mentre crolla il cemento (-22%). Esperto: in tema di carbone, un numero “significativo” di centrali è ancora in fase di progettazione.

Pechino (AsiaNews) - Luci e ombre in tema di ambiente, energia “green” e sviluppo sostenibile dalle parti di Pechino: secondo una nuova analisi, le emissioni cinesi di anidride carbonica sono diminuite nel marzo scorso per la prima volta dalla riapertura dell’economia dopo le chiusure e le restrizioni imposte dal governo per contrastare la pandemia di Covid-19. Un dato significativo, che per gli esperti potrebbe significare il picco massimo raggiunto dal gigante asiatico, fra i principali inquinanti globali, e questo grazie anche all’espansione delle capacità in tema di energie rinnovabili. Restano però gli investimenti nel carbone a tratteggiare prospettive fosche per il futuro in tema di emissioni di carbonio.

Dai risultati emersi nello studio di Lauri Myllyvirta, co-fondatore ed analista senior del Centre for Research on Energy and Clean Air, il calo fatto registrare due mesi fa dalla Cina è il risultato dell’espansione della capacità rinnovabile. Essa, infatti, ha coperto la quasi totalità della crescita della domanda di elettricità, cui si unisce un significativo calo dell’attività edilizia. Se la capacità in tema di rinnovabili continuerà a crescere a livelli record, le emissioni cinesi potrebbero aver raggiunto il picco nel 2023. 

In un intervento pubblicato su Carbon Brief, lo studioso ha ricordato che stando ai dati ufficiali le emissioni di anidride carbonica della Cina sono diminuite del 3% nel marzo 2024 rispetto all’anno precedente. A livello trimestrale il valore resta ancora più elevato rispetto al 2023, ma ciò è legato al fatto che i mesi di gennaio e febbraio 2024 sono stati confrontati con il periodo ancora fiacco successivo all’abolizione delle restrizioni Covid-19 nel dicembre 2022.

Marzo, afferma Lauri Myllyvirta, è “il primo mese a fornire una chiara indicazione dell’andamento delle emissioni dopo la ripresa” post-pandemia. E pur essendo un singolo dato, esso ricalca le proiezioni dello scorso anno e suggerisce le tendenze principali. Le emissioni del settore energetico si sono stabilizzate grazie all’aumento della produzione di energia solare ed eolica, mentre quella relativa al settore dell’acciaio è scesa dell’8% e quella di cemento è crollata di ben 22 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Ciò riflette un rallentamento del settore immobiliare che è destinato con tutta probabilità a continuare. 

La crescente diffusione dei veicoli elettrici, intanto, continua determinare un calo nella domanda di petrolio, con gli elettrici che ora rappresentano poco più del 10% del totale dei veicoli in circolazione, con una crescita del 7% rispetto allo scorso anno in base ai dati di vendita. Al contempo cresce la richiesta complessiva di elettricità, osserva l’esperto, per l’aumento nel consumo domestico legato all’acquisto di condizionatori d’aria, con il 90% della domanda aggiuntiva di marzo coperta da fonti rinnovabili.

Gran parte delle rinnovabili è sotto forma di energia solare su piccola scala, che contribuisce in modo significativo alla crescita. Nel primo trimestre dell’anno le installazioni di energia solare ed eolica sono aumentate del 40%, anche se l’accesso alla rete continua ad essere limitato. Ragion per cui l’eolico e il solare rappresentano ancora solo il 15% della produzione di energia elettrica in Cina, anche se le autorità si stanno muovendo per integrare meglio le fonti rinnovabili nella rete.

Tuttavia, il percorso della Cina in materia di emissioni rimane incerto, con pareri discordanti sulla crescita o il rallentamento nelle rinnovabili. Inoltre, gli obiettivi governativi di crescita del Pil e dell’intensità di carbonio - le emissioni generate per unità di Pil - suggeriscono che Pechino potrebbe andare ancora nella direzione di un aumento delle emissioni. Del resto la Cina continua inoltre a investire nel carbone e, sebbene la crescita della capacità di produzione sia leggermente rallentata nel primo trimestre 2024, un numero significativo di centrali è ancora in fase di progettazione.

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