Pechino: arrestati attivisti umanitari per incontro con diplomatici Ue
Yu Wensheng e sua moglie Xu Yan fermati prima del meeting. Due tra Wang Quanzhang, Wang Yu e Bao Longjun sono riusciti a presentarsi alla riunione all’ambasciata Ue. Le autorità europee chiedono la loro liberazione immediata e deplorano gli atti di repressione. Pochi giorni fa la condanna di altri due noti avvocati per i diritti umani.
Pechino (AsiaNews) – La polizia della capitale ha arrestato alcuni attivisti umanitari che dovevano o che hanno incontrato diplomatici europei lo scorso 13 settembre. Il fatto è emerso ieri dopo la denuncia della Commissione europea e la comparsa di alcuni post sui profili social degli interessati.
Le Forze dell’ordine hanno fermato Yu Wensheng e sua moglie Xu Yan mentre erano diretti all’ambasciata Ue di Pechino per una riunione con la squadra di Josep Borrell, capo della diplomazia europea. Anche il politico spagnolo avrebbe dovuto partecipare, ma ha dovuto rinunciare alla visita in Cina dopo essere risultato positivo al Covid.
L’arresto formale della coppia è avvenuto il giorno dopo con l’imputazione di “aver creato discussioni e fomentato disordini”. Un avvocato, Yu ha finito di scontare lo scorso anno una condanna a quattro anni di prigione per aver pubblicato una lettera in cui chiedeva riforme politiche in Cina. In un processo a porte chiuse i giudici lo avevano ritenuto colpevole di “incitamento alla sovversione”.
Yu ha difeso diversi colleghi che si sono battuti per la difesa dei diritti umani, tra loro l’attivista Wang Quanzhang, rilasciato nel 2020 dopo anni di prigionia. Wang è uno dei personaggi di spicco arrestati dalle autorità in un’operazione di sicurezza denominata “709” (in quanto partita il 9 luglio del 2015), che aveva colpito altri 300 avvocati – fra essi anche alcuni cristiani protestanti e cattolici. Molti di loro sono stati processati e poi condannati; diversi hanno “confessato” in video le loro colpe; altri sono usciti dalla prigione molto provati dal punto di vista fisico e psicologico, a causa delle torture subite.
Wang è uno degli altri attivisti messi agli arresti domiciliari il 15 aprile per l’incontro con gli inviati europei. Non è ancora chiaro chi tra lui, Wang Yu e Bao Longjun sia riuscito a presentarsi al meeting, riporta la Reuters.
Le autorità europee hanno chiesto l’immediata liberazione dei cinque attivisti, denunciando il giro di vite del governo cinese contro chi in Cina si batte per il rispetto dei diritti umani. Gli ultimi fermi arrivano dopo che 10 giorni fa una corte dello Shandong ha condannato i noti attivisti democratici Xu Zhiyong e Ding Jiaxi: il primo ha ricevuto una pena a 14 anni, l’altro a 12; entrambi hanno scontato tre anni in prigione senza un sentenza.
Accusati di “sovversione”, i due colleghi erano tra gli animatori del Movimento dei nuovi cittadini, fortemente critico del Partito comunista cinese. Per il regime volevano organizzare “rivoluzioni colorate” per rovesciare il potere dello Stato, sul modello di quelle scoppiate nei primi anni 2000 in alcune repubbliche ex-sovietiche, come Ucraina, Georgia e Kirghizistan.
Più volte familiari e amici di Xu e Ding hanno denunciato abusi nei loro confronti durante la detenzione.