Pechino: No al Nobel per la pace ai democratici di Hong Kong
Per il governo cinese è un’interferenza nei propri affari interni. Washington accusata di promuovere gli elementi anti-cinesi nell’ex colonia britannica. Politici Usa: il movimento democratico lotta in modo pacifico per i propri diritti. Proposta per il riconoscimento anche il leader democratico Martin Lee.
Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – Il governo cinese attacca i senatori Usa che hanno proposto il movimento pro-democrazia nell’ex colonia britannica per il Premio Nobel per la pace. Nella conferenza stampa di ieri, il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin ha dichiarato che il riconoscimento dovrebbe essere attribuito “a persone che hanno contribuito sul serio alla salvaguardia e alla promozione della pace mondiale”.
Secondo i nove politici statunitensi – repubblicani e democratici – il fronte democratico di Hong Kong dovrebbe essere premiato per il suo coraggioso impegno a favore dei diritti umani e la sua lotta contro l’erosione dei propri diritti. Nella lettera al Comitato promotore del Nobel, essi hanno sottolineato che diversi attivisti democratici “sono già in prigione o in esilio, mentre altri sono in attesa di giudizio per la sola ragione di aver espresso in modo pacifico il proprio pensiero”.
Come di consueto, Pechino ha liquidato l’iniziativa dei parlamentari Usa come un’interferenza nei propri affari interni. Per i cinesi, Washington usa il Nobel come uno strumento per incitare gli “elementi anti-Cina” a sovvertire l’ordine di Hong Kong. Nel suo intervento, Wang si è spinto a consigliare ai senatori americani di “vedere la Cina in una luce obiettiva e razionale” e di lavorare per migliorare le relazioni sino-statunitensi.
Le autorità cinesi sembrano avere una vera ossessione per il Premio Nobel. Il governativo Global Times ha fatto notare che per il quarto anno consecutivo politici occidentali hanno proposto per il Premio esponenti dell’opposizione di Hong Kong. Nel 2018 è stato indicato il giovane attivista Joshua Wong; nel 2019 è toccato al “popolo” della città e nel 2020 al movimento democratico.
Nei giorni scorsi due membri del parlamento norvegese hanno sostenuto la candidatura anche di Martin Lee Chu-ming, “padre della democrazia” a Hong Kong e fra i fondatori del Partito democratico. Lee, 82 anni, è un profondo cattolico. Egli è stato parlamentare prima e dopo il passaggio di Hong Kong alla Cina nel 1997, ed è anche uno dei più strenui difensori della libertà nel territorio e nella madrepatria.
Fra i vincitori cinesi del Premio vi è anche lo scrittore Liu Xiaobo, lasciato morire in carcere nel Liaoning. Solo verso la fine egli era stato ricoverato in ospedale.