Pechino: “Sul nucleare iraniano, soluzione pacifica”
Il portavoce del ministero degli Esteri Qin Gang sottolinea: “Sì ai colloqui con il 5+1, ma privilegiamo la diplomazia alle sanzioni”. E oggi a Pechino arriva il capo negoziatore per il nucleare di Teheran.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) - La Cina continua a privilegiare una “soluzione pacifica” sul dossier nucleare iraniano, ma è pronta ad avviare “negoziati seri” con il gruppo dei Paesi del 5+1. Lo ha detto oggi il portavoce del ministero cinese degli Esteri, Qin Gang, nel giorno in cui a Pechino arriva il capo negoziatore dell’Iran per il nucleare, Said Jalili. Inoltre, il presidente Hu Jintao ha annunciato che parteciperà al Summit internazionale sulla sicurezza nucleare previsto a Washington il 12 e 13 aprile.
“Sulla questione del nucleare iraniano, la Cina continuerà a lavorare per una soluzione pacifica - ha detto il portavoce - Noi abbiamo sempre spinto per una soluzione pacifica e continueremo a spingere in questo senso”. La dichiarazione si mette in scia a quelle rilasciate ieri dall’ambasciatore americano all’Onu Susan Rice, secondo cui la Cina “accetta di avviare negoziati seri alle Nazioni Unite sul nucleare iraniano, insieme agli altri Paesi del gruppo (Usa, Russia, Gran Bretagna, Francia, Germania).
Tuttavia, la presenza in Cina del capo-negoziatore nucleare iraniano proprio mentre gli Stati Uniti, tramite il presidente Obama, insistono sulle necessità di adottare nuove sanzioni è vista come un parziale schieramento di Pechino a favore di Teheran. Obama ha infatti dichiarato di ritenere giunta l’ora di adottare al più presto delle nuove sanzioni verso Teheran, posizione condivisa anche dal presidente francese Nicolas Sarkozy, in visita alla Casa Bianca.
L'Iran ha di fatto alternato atteggiamenti concilianti con la linea dura nel corso dei negoziati, dopo aver inizialmente accettato l'ipotesi dello scambio dell'uranio arricchito con combustibile proposta dall'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea); l'ultima proposta di Teheran accetta di fatto l'ipotesi di uno scambio in un'unica soluzione da effettuarsi però in territorio iraniano.
Il principale ostacolo a un accordo era fino ad ora la richiesta avanzata dall'Iran di non consegnare in un'unica soluzione l'intero stock di uranio ad arricchire al 20% - destinato al reattore di ricerca di Teheran - ma di procedere ad uno scambio graduale; i Sei Paesi (pur con i dubbi espressi da Russia e in maggior misura, la Cina) hanno da parte loro minacciato di ricorrere a delle nuove sanzioni in seno al Consiglio di Sicurezza se Teheran non accetterà l'accordo nei termini già definiti dall'Aiea, che prevede però che lo scambio venga effettuato all'estero.
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