Pechino si oppone in modo “risoluto” alla visita del Dalai Lama a Taiwan
Nella sua blanda reazione, la Cina se la prende con il Dpp e il Dalai Lama, senza minacciare sanzioni, come ha fatto altre volte per altri Paesi che hanno invitato il leader spirituale tibetano. In forse anche una visita di Ye Xiaowen, direttore dell’Ufficio affari religiosi di Pechino.
Taipei (AsiaNews) – Con una prevedibile reazione, la Cina si “oppone in modo risoluto” alla visita del Dalai Lama a Taiwan, “in ogni forma e ruolo”. Ma la reazione – in confronto ad altre volte – sembra essere molto più blanda. In più essa è diretta più all’opposizione che allo stesso presidente taiwanese. Un portavoce dell’Ufficio per gli affari con Taiwan ha dichiarato: “Proprio mentre persone da tutte le fasce sociali in Cina stanno offrendo una mano per aiutare la ricostruzione di Taiwan e superare presto il disastro del tifone, alcuni membri del Dpp hanno scelto di organizzare la visita a Taiwan del Dalai Lama”. Egli, secondo Pechino, “non è una pura figura religiosa”, ma “sotto il pretesto della religione è da sempre impegnato in attività separatiste”.
Su richiesta di sette sindaci del sud, tutti del Dpp (partito democratico progressista, all’opposizione), il presidente Ma Ying-jeou ha dato il permesso per una visita del Dalai Lama alle zone colpite dal tifone Morakot per “consolare e pregare per le vittime”.
Pur rischiando le ire di Pechino, Ma è stato costretto ad avallare la richiesta per non accrescere il risentimento della popolazione contro la sua amministrazione, accusata di lentezza negli aiuti e di incapacità a prevedere emergenze e disastri. Ma aveva già negato il visto al leader spirituale tibetano lo scorso dicembre, per timore di incrinare i rapporti con la Cina, migliorati sempre più dalla sua elezione a presidente nel maggio 2008. D’altra parte, Taiwan è diversa dalla Cina: essa è un Paese democratico, dove vige la libertà religiosa e dove la religione non è sottomessa alla politica governativa.
Pechino sembra aver capito il dilemma di Ma e nella sua debole reazione ha criticato più il Dpp – che ha mire autonomiste sull’isola di Taiwan – che l’amico Ma. Quando altri Paesi hanno osato invitare il Dalai Lama, la Cina ha bloccato per lunghi mesi dialoghi e rapporti economici con loro.
Il Dalai Lama giungerà a Taiwan il 30 agosto e terrà incontri di preghiera e lezioni di buddismo nel sud e nel nord dell’isola, ripartendo il 4 settembre.
Ye Xiaowen, direttore dell’Amministrazione statale per gli affari religiosi di Pechino, aveva programmato anch’egli una visita alle zone colpite dal disastro per partecipare a 4 giornate di servizi religiosi buddisti. Non si sa ancora se questo programma rimane confermato.
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