Pechino ribadisce l’appoggio a Carrie Lam e alla polizia di Hong Kong. Escluso l’uso dell’esercito
Per il portavoce dell’Ufficio cinese per Hong Kong e Macao, le manifestazioni ad Hong Kong sono divenute “distruttive”. “Eminenze grigie” e “forze esterne” - in particolare Taiwan e Paesi occidentali - “usano i giovani” contro la Cina. Dopo lo sciopero di ieri, assediate alcune stazioni di polizia. Scontri fra dimostranti e gruppi di persone comuni. A Shenzhen, 12mila poliziotti cinesi si esercitano contro "rivolte" di giovani vestiti di nero.
Hong Kong (AsiaNews) – Il portavoce dell’Ufficio cinese per Hong Kong e Macao, Yang Guang, insieme alla sua collega Xu Luying hanno tenuto oggi una conferenza stampa, dopo quella del 29 luglio, per ribadire la fiducia della Cina verso Carrie Lam, capo dell’esecutivo di Hong Kong, e verso l’operato della polizia del territorio nel contenere le violenze delle manifestazioni sorte per opporsi alla legge sull’estradizione, divenute ormai “distruttive” della vita di Hong Kong, capaci di mettere a rischio il principio “un Paese, due sistemi”, su cui si fonda lo stile liberale del territorio.
Per Yang e Xu è ormai “evidente” che dietro le manifestazioni ci sono “eminenze grigie”, “forze esterne” - in particolare Taiwan e Paesi occidentali - che “usano i giovani” contro la Cina.
Sollecitato da diverse domande dei giornalisti, Yang ha comunque escluso l’uso di soldati dell’esercito cinesi di liberazione per riportare l’ordine a Hong Kong e ha sottolineato ancora una volta il sostegno di Pechino verso Carrie Lam e verso la polizia. Egli ha anche chiesto a tutti gli abitanti di Hong Kong di condannare le violenze. “Essi – ha detto – non sono soli, ma sono sostenuti da 1,4 miliardi di persone in Cina che sono tutti difensori della nostra bandiera nazionale”.
La presa di posizione “pacifica” di Yang Guang è espressa proprio mentre si diffonde la notizia che a Shenzhen (Guangdong) più di 12mila poliziotti sono stati radunati per addestramenti anti-rivolta. Fra le esercitazioni, vi sono anche degli scontri con una massa di giovani, vestiti con magliette nere e con elmetti gialli, proprio come si vedono ad Hong Kong (foto 2).
Intanto, la situazione ad Hong Kong è sempre più tesa. Dopo uno sciopero generale che ha azzoppato il traffico cittadino ed aereo e ridotto il commercio, in serata, molti dimostranti si sono scatenati contro diverse stazioni di polizia a Tin Shui Wai, Tai Po, Sha Tin, Tsim Sha Tsui, Wong Tai Sin, Sham Shui Po, Tuen Mun, Tsuen Wan. In alcuni casi si è trattato di vero e proprio assedio, con lanci di bottiglie molotov e mattoni. Questo ha generato nuovi scontri fra polizia e manifestanti e in alcuni casi fra persone comuni contro manifestanti. Almeno 80 manifestanti sono stati arrestati, portando a oltre 500 gli arrestati dalla prima manifestazione del 9 giugno ad oggi.
Per Carrie Lam, che ha parlato ieri mattina, il movimento anti-estradizione è andato oltre ed è divenuto una campagna anti-Cina che sfida “la sovranità nazionale e minaccia ‘un Paese, due sistemi’, distruggendo la prosperità e stabilità della città”.
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