Pechino recluta star di Taiwan per un nuovo 'partito della pace' (contro Lai)
Un cantante e un'attrice hanno raccontato di essere stati contattati da un'agenzia del mondo dello spettacolo di Pechino offrendo un contratto milionario in cambio dell'adesione a una nuova forza politica diversa sia dal Kuomintang sia dal Partito Democratico Progessista. Il monito del ministero degli Interni di Taipei: "Illegale costituire partiti politici sotto l'influenza di potenze straniere".
Taipei (AsiaNews) – Un nuovo partito “per la pace a Taiwan”, che non sia identificabile con il Kuomintang. E che abbia dalla sua parte grandi nomi dello spettacolo locale. Dopo l’esito indigesto delle elezioni di gennaio - con l’elezione a presidente del democratico progressista William Lai, in continuità con i due mandati di Tsai Ing-wen (anche se senza una maggioranza parlamentare) - Pechino starebbe puntando su una nuova strategia per rimescolare le carte a Taipei.
L’operazione si chiama Taiwan Support Peace Party (台灣擁和黨) e a rivelarla sono stati qualche giorno fa due star locali - il cantante R-chord (謝和弦) e l'attrice Alexis Ho - con due diversi post su Facebook. Gli artisti hanno raccontato di aver ricevuto una mail sa una società cinese, la Beijing Ciguang Film and Television Media Co., Ltd., che proponeva loro di aderire a questo nuovo “partito per la pace” di Taiwan. Nel messaggio - divulgato dai due attraverso i media - tutto quello che si chiedeva loro era aderire e pubblicare sui propri profili social una dichiarazione intitolata “Stabilire un nuovo tipo di relazioni tra le due sponde dello Stretto”; dove le “nuove relazioni” guardano evidentemente alla riunificazione tra Taipei e Pechino. In cambio al cantante e all’attrice la società offriva opportunità professionali con un minimo garantito annuo di oltre 10 milioni di dollari taiwanesi (quasi 300mila euro ndr).
Nel messaggio la società promette anche che “non meno di 1.000 persone diventeranno membri fondatori del Taiwan Support Peace Party” una volta che la dichiarazione sarà stata pubblicata. Secondo le informazioni fornite dalla piattaforma cinese di ricerca commerciale AiQicha, la Beijing Ciguang Film and Television Media Co., Ltd. è stata fondata nel febbraio 2023 con un capitale sociale di 90 milioni di yuan cinesi (circa 11,5 milioni di euro). Ha come proprio oggetto la fornitura di servizi come la produzione cinematografica e televisiva e organizza attività di scambio culturale e artistico.
A oggi a Taiwan non risulta essere stato registrato alcun partito con il nome indicato. Ma il contenuto dei post di R-chord e Alexis Ho è stato preso molto seriamente dal governo locale. Il ministero degli Interni di Taiwan ha diffuso una nota in cui si ammonisce la popolazione a “non formare partiti politici sotto l'influenza di forze straniere” che “violerebbero la Legge sulla sicurezza nazionale e quella contro le infiltrazioni straniere”.
L'articolo 2 della Legge sulla sicurezza nazionale di Taiwan stabilisce che nessuno può impegnarsi in atti quali avviare, finanziare, ospitare, manipolare, dirigere o sviluppare un'organizzazione per un Paese straniero, la Cina, Hong Kong, Macao o per organizzazioni stabilite o sostanzialmente controllate da queste ultime.
Nelle ultime elezioni era stato il mancato accordo tra il Kuomintang (il partito più filo-Pechino) e il nuovo Partito del popolo di Taiwan dell’ex sindaco di Taipei Ko Wen-je a spianare la strada all’elezioni di Lai, che la Repubblica popolare cinese considera l’antagonista numero uno alla “riunificazione” che la Repubblica popolare cinese non perde occasione per indicare come prospettiva da ottenere a qualsiasi costo.
Anche al 16° Straits Forum, tenutosi nei giorni scorsi a Xiamen, il presidente della Conferenza politica consultiva del popolo cinese Wang Huning - una delle figure di spicco dell’amministrazione di Xi Jinping - è tornato a scagliarsi contro “i separatisti che cercano l'indipendenza di Taiwan”, minando la pace e la stabilità attraverso lo Stretto di Taiwan e danneggiando gli interessi e il benessere del popolo taiwanese. “Le loro azioni spingeranno Taiwan sull'orlo della guerra e porteranno al disastro la popolazione dell'isola”, ha dichiarato, promettendo però che Pechino accoglierà con favore un maggior numero di taiwanesi che vorranno partecipare agli scambi tra le due sponde dello Stretto.
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