30/09/2023, 12.14
MYANMAR - CINA
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Pechino promette di combattere le frodi online (ma per i propri interessi strategici)

Le autorità della provincia dello Yunnan hanno annunciato l'istituzione di una zona di controllo a partire da domani per limitare la tratta di esseri umani. La giunta golpista birmana ha espresso contrarietà per la diffusione di un film cinese che mette in cattiva luce il Myanmar per le reti di criminalità. Le autorità dei due Paesi continuano a collaborare per la creazione di ferrovie che colleghino la Cina all'Oceano Indiano.

Yangon (AsiaNews) - Le autorità della provincia dello Yunnan, nella Cina sud-occidentale, hanno annunciato che istituiranno una zona di controllo temporanea vicino al confine con il Myanmar nel tentativo di prevenire il traffico di esseri umani, un problema che affligge individui cinesi e provenienti dal sud-est asiatico. Molti giovani in cerca di lavoro vengono infatti ingannati attraverso falsi annunci online (che promettono un impiego o relazioni amorose) e una volta varcata la frontiera si ritrovano in situazione di moderna schiavitù a lavorare per siti o agenzie di telecomunicazioni che si occupano di frodi via Internet.

Da domani e fino alla fine dell’anno la città di Tengchong, che confina con lo Stato Kachin, registrerà l'ingresso di persone e veicoli nella zona per gestire il flusso di traffico transfrontaliero, ma è già da qualche tempo che la Cina sta tentando di impedire che i propri concittadini finiscano vittime della tratta di esseri umani. La polizia di diverse città cinesi, per esempio, ha invitato le persone a bloccare i numeri esteri sconosciuti e di recente Pechino ha promesso di collaborare con il Laos e la Thailandia a combattere le reti criminali nella regione. All'inizio di questo mese, il Ministero cinese della Pubblica Sicurezza aveva annunciato che un'operazione congiunta tra la Cina e la giunta golpista birmana aveva portato allo smantellamento di 11 basi criminali nel nord del Myanmar, dove erano detenuti 269 sospettati di frode, tra cui 186 cittadini cinesi che sono poi stati rimpatriati.

Pechino ha anche invitato la giunta militare - che a febbraio 2021 ha preso il potere con un colpo di Stato - a limitare le attività dei gruppi criminali lungo il confine condiviso, un’attività che a causa del conflitto civile che imperversa nel Paese da oltre due anni è in realtà molto difficoltosa. D'altra parte questa mattina i militari birmani, che dipendono dalla Cina per il rifornimento di armi, hanno espresso un certo malcontento per la diffusione di un film di successo che pare macchiare la reputazione del Myanmar in termini di lotta alla tratta di esseri umani.

Nel thriller, intitolato “No more bets”, viene raccontata  la storia di un programmatore di computer che viene trafficato nel sud-est asiatico ed è costretto a lavorare come truffatore online. Anche se non viene citato il nome di nessun Paese in particolare, l’ambientazione ricorda il Myanmar settentrionale e i rappresentanti dell’esercito birmano in Cina hanno espresso preoccupazione a riguardo: "Le trame sono legate al Myanmar e ci sono notizie secondo cui i cittadini cinesi sono preoccupati all'idea di visitare il Myanmar". Uscito ad agosto, “No more bets” è diventato il terzo film più popolare di quest’anno in Cina con un incasso di 3,8 miliardi di yuan (492 milioni di euro).

Tuttavia negli ultimi due anni Pechino ha continuato a finanziare non solo la giunta golpista, ma anche alcune milizie etniche, in particolare lo United Wa State Army che opera lungo la frontiera e gestisce una serie di traffici illegali, allo scopo di impedire lo scoppio di disordini lungo i confini e poter portare avanti i propri progetti infrastrutturali, sebbene, in questo modo, Pechino stia favorendo la continuazione delle ostilità.

Di recente il vice premier della giunta birmana, Mya Tun Oo, ha partecipato a un forum sui trasporti a Pechino per discutere riguardo i collegamenti ferroviari tra lo Yunnan, la città di Mandalay e lo Stato di Rakhine, per fornire alla Cina accesso all'Oceano Indiano. Il progetto ferroviario rientra infatti nel corridoio economico Cina-Myanmar, che a sua volta fa parte della Belt and Road Initiative (BRI). In questo modo, attraverso il porto di Kyaukphyu, nel Rakhine, la Cina potrebbe evitare di far passare le proprie merci attraverso lo stretto di Malacca. Mya Tun Oo, che è anche ministro dei Trasporti del regime, ha visitato la sede della China Railway Group e ha discusso uno studio di fattibilità per le tratte ferroviarie. 

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