Pechino preoccupata per il collasso dell'economia Usa
Pechino (AsiaNews) - La possibilità di un collasso dell'economia Usa preoccupa la leadership cinese che da giorni invia messaggi perché il Congresso Usa innalzi il tetto del debito.
Da giorni repubblicani e democratici combattono per innalzare il tetto di 16700 miliardi di dollari Usa, che ha reso gli Stati Uniti la nazione più indebitata al mondo. Se entro domani il Congresso non alza tale limite, lo Stato diviene incapace di pagare i propri debiti e di garantire il valore della sua moneta,. Ciò porterebbe sconquasso fra gli investitori mondiali e fra i creditori del Tesoro americano, fra cui vi è proprio la Cina.
Pechino possiede il 23% dei buoni del Tesoro Usa all'estero, circa 1280 miliardi di dollari su 3660 miliardi di riserva di valuta straniera. Una così grande esposizione verso il debito americano è stata spesso criticata dalla popolazione sul web. Ma Li Jie, responsabile all'Università centrale per l'economia e la finanza, afferma che non vi sono molti altri mercati per differenziare gli investimenti cinesi. "I buoni del tesoro europei hanno una buona potenzialità - dice - ma non per adesso".
Il timore di veder crollare le riserve di Pechino insieme al dollaro, nei giorni scorsi ha portato diverse personalità del governo a suggerire agli Usa l'innalzamento del tetto del debito, contravvenendo a un importante principio di politica estera della Cina, secondo cui non bisogna intromettersi negli affari interni degli altri Paesi.
La scorsa settimana, in Brunei, il premier Li Keqiang ha espresso preoccupazione per la questione del debito Usa nel suo incontro con il segretario di Stato John Kerry. Due giorni fa, il vice-ministro delle finanze Zhu Guangyao ha dichiarato che "Gli Stati Uniti devono affrontare lo stallo fiscale, alzare presto il tetto del debito e mantenere la promessa di non [portare al] collasso i suoi buoni del tesoro... evitando di trascinare verso il basso l'economia mondiale".
Molto più battagliero, un editoriale sul Global Times - magazine del Quotidiano del popolo - del13 ottobre, chiama a raccolta il mondo per costruire "un ordine mondiale de-americanizzato". "Questi giorni in cui i destini degli altri sono nelle mani di una nazione ipocrita devono finire, a un nuovo ordine mondiale deve essere edificato al suo posto, in cui tutte le nazioni, grandi o piccole, povere o ricche, possono godere di rispetto nei loro interessi chiave e di protezione su una base di eguaglianza". Secondo il Global Times, è tempo di pensare a una nuova valuta internazionale che rimpiazzi il dollaro.
Da tempo nel mondo - e soprattutto al Fondo monetario internazionale (Fmi) - si discute di sostituire il dollaro come moneta di riferimento con un "cesto" di valute alternative o addirittura con una monta unica di riferimento.
Intanto, alle riunioni del Fmi della scorsa settimana a Washington, anche Giappone e Cile hanno perorato la causa di un innalzamento del tetto del debito Usa.