Pechino fermerà le ordinazioni illecite
Lo sostiene il vescovo ausiliare di Hong Kong, per il quale il governo cinese "non è così sincero" nei rapporti col Vaticano. I colloqui sino-vaticani non hanno prodotto alcun risultato concreto, ma il card. Zen sottolinea che l'incontro, il primo dal 2000, è già un passo avanti. Apprezzato il lavoro dei media nella loro opera di pressione positiva su Pechino.
Roma (AsiaNews) Il governo cinese avrebbe deciso di fermare le ordinazioni episcopali illecite, anche se i colloqui sino-vaticani tenutisi a Pechino dal 25 giugno al 2 luglio non hanno raggiunto alcun risultato concreto. E' quanto ha sostenuto ieri il vescovo ausiliare di Hong Kong, mons. John Tong Hon, durante un suo intervento al seminario ecumenico promosso dal Pontificio consiglio per l'unità dei cristiani ad Uiwang, 25 chilometri a sud di Seoul.
Sul tema delle nomine dei vescovi cinesi, mons. Tong ha detto che il governo cinese "fermerà quelle illecite" ed ha aggiunto che "cambi positivi sono già evidenti nelle relazioni fra la Chiesa ufficiale e quella non ufficiale in Cina". "Il governo cinese ha aggiunto vuole un dialogo con la Santa Sede in modo da poter interrompere le ordinazioni illecite". Il vescovo ha poi commentato positivamente il lavoro della stampa internazionale sulla questione: "Questo tipo di informazione ha sottolineato può esercitare una pressione positiva sul governo comunista. I media giocano un ruolo importante".
Mons. Tong ha anche parlato dei temi trattati durante l'incontro delle delegazioni vaticana e cinese quasi un mese fa.
"Da questi [dialoghi] - ha detto - non possiamo aspettarci troppo. Credo che il governo cinese non sia così sincero, e quindi avrà solo discussioni superficiali. Questo perché loro sanno che la situazione cambierà, in futuro, ma non vogliono che questo accada troppo in fretta."
La delegazione della Santa Sede era composta da mons. Claudio Celli e da mons. Gianfranco Rota Graziosi, della segreteria di Stato. Mons. Celli, pur non essendo della Segreteria di Stato, è un esperto dei rapporti fra Roma e Pechino e un veterano in fatto di visite e contatti col mondo cinese.
L'incontro della delegazione della Santa Sede con rappresentanti del governo cinese è avvenuto nel mezzo di un periodo di forti tensioni causate da una serie di ordinazioni episcopali illecite, che il Vaticano ha definito "un grave attentato alla libertà religiosa".
Pur nel pieno della crisi, il governo cinese ha continuato ad affermare d'essere "sinceramente aperto" al dialogo col Vaticano, facendo intendere che gli ostacoli al dialogo e le stesse ordinazioni illecite sono volute da quadri intermedi del governo e cioè dall'Associazione Patriottica e dall'Ufficio affari religiosi.
Sugli incontri "segreti" è intervenuto anche il card. Joseph Zen Ze-kiun, vescovo di Hong Kong, che al South China Morning Post ha detto: "Entrambi i lati sono stati insolitamente riservati, sin dall'inizio della visita, ma questa è già un passo in avanti". "Questo incontro ha aggiunto è un fatto positivo e mostra che vi sono buone intenzioni da entrambe le parti in causa". Secondo il porporato è infatti "importante" far sapere che, nonostante le crisi, i rapporti bilaterali continuano.
Durante la visita durata una settimana i delegati vaticani si sono incontrati con alti esponenti del governo cinese, fra cui il direttore dell'Ufficio Affari religiosi Ye Xiaowen, ed hanno visitato diversi siti di interesse culturale.
01/06/2006
28/09/2017 13:38