07/05/2015, 00.00
CINA
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Pechino elimina le “tasse inutili” per le industrie emergenti

Il governo vuole sostenere il terziario e soprattutto le start-up nel campo del commercio via internet. Per questo prepara una politica fiscale preferenziale per le piccole imprese dal potenziale ampio. La Cina deve diversificare: la produzione industriale sta causando troppi danni.

Pechino (AsiaNews) – Il governo cinese si prepara a eliminare le “tasse inutili” per sostenere le industrie emergenti e soprattutto le start-up nel campo del commercio telematico. Lo ha ha annunciato l’Amministrazione statale per la tassazione, riprendendo un sentiero indicato dal premier Li Keqiang nel discorso di chiusura della scorsa Assemblea nazionale del Popolo.

Il primo ministro, che per tradizione in Cina ha la delega agli affari economici, ha ammesso lo scorso 15 marzo 2015 che la locomotiva industriale si è fermata: “Il Paese potrebbe affrontare molte difficoltà per raggiungere gli obiettivi pianificati di crescita, ma andremo avanti con le riforme”. Li ha poi sottolineato "l'importanza fondamentale" di puntare sull'innovazione e sul commercio telematico, "veri motori della crescita". Tuttavia non ha fornito dettagli su come questi "motori" verranno messi in moto, e ha preferito usare una metafora: "Dobbiamo posizionarci dove soffia il vento. Se prendiamo il vento di internet, allora la nostra economia volerà".

Come primo passo pratico, dunque, arriva una politica fiscale preferenziale per le piccole e medie imprese che puntano sulla Rete: “Dobbiamo sostenere in maniera attiva uno sviluppo salutare su nuove strade industriali – ha dichiarato il Fisco cinese – e puntare su nuovi modelli di business. Il governo farà grandi sforzi per aiutare coloro che innovano”.

Li Hongxia, docente di finanza e tassazione presso la Capital University of Economics and Business, spiega: “I passi decisi dal governo mirano a fissare una tassazione che non sia troppo dura per le piccole realtà industriali di nuova generazione. Sono importanti in maniera particolare per fornire stabilità al mercato del lavoro nazionale e per garantire innovazione e sviluppo economico”.

Una nuova forma di sviluppo economico è necessaria per il modello cinese, fino a oggi improntato soltanto sulla massiccia produzione industriale a basso costo e di scarsa qualità. La crisi economica mondiale, l’emergere di nuove e competitive realtà industriali, le rivolte della società civile contro lo sfruttamento dei lavoratori e l’inquinamento – oramai una piaga nazionale – costringono infatti Pechino a ripensare il suo trend di crescita. 

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