Pechino condanna a otto anni l’attivista democratico Guo Feixiong
Accusato di “sovversione” per aver promosso un sito web critico nei confronti della leadership di Pechino. Sul World Forum for Constitutional Democracy il dissidente pubblicava articoli considerati “incendiari”. La sorella parla di sentenza “vergognosa” perché colpisce chi lotta contro “le ingiustizie”.
Pechino (AsiaNews) - Le autorità cinesi hanno condannato a otto anni di carcere Guo Feixiong, attivista pro diritti umani di lungo corso, con l’accusa di “sovversione” per aver promosso un sito web critico nei confronti della leadership di Pechino e auspicato un Paese basato sulla “democrazia costituzionale”. Secondo quanto riferisce Yang Maoping a Radio Free Asia (Rfa), i giudici della Corte intermedia del Popolo del Guangzhou hanno riconosciuto colpevole il 56enne fratello Yang Maodong - noto col soprannome di Guo Feixiong - per il suo “incitamento alla sovversione dei poteri dello Stato”.
Il riferimento è alla pubblicazione nel 2020 di un portale online chiamato “World Forum for Constitutional Democracy”, prosegue la sorella, all’interno del quale pubblicava e rilanciava articoli ritenuti “incendiari”. La pena a otto anni è “un atto vergognoso”, perché colpisce quanti lottano “contro le ingiustizie” o avanzano solo “semplici richieste”.
Nel gennaio 2021, la polizia aveva arrestato Guo all’aeroporto di Pudong a Shanghai mentre cercava di imbarcarsi per gli Stati Uniti. Il dissidente voleva raggiungere la moglie Zhang Qing malata di cancro ed espatriata per cure; la donna è morta poi all’inizio dell’anno successivo, senza aver più rivisto il marito. Egli ha lottato a lungo per il rispetto dei diritti umani in Cina, sin dalle proteste di Tiananmen del 1989 quando il regime ha massacrato migliaia di studenti che chiedevano libertà e democrazia.
Arrestato una prima volta nel 2006, Guo ha trascorso 11 anni in prigione; nel 2013 le autorità lo hanno imprigionato per aver chiesto al governo di ratificare la Convenzione internazionale sui diritti civili e politici. Nel dicembre 2015 egli ha lanciato una profezia contro il Partito comunista cinese: “Continuando a condannare i democratici e chi cerca la giustizia - diceva - non farete altro che renderli più forti, accelerando la vostra caduta”. Il dissidente era uscito dal carcere nell’agosto del 2019, sottoposto però al costante controllo della polizia e durante la prigionia - in cui ha promosso per mesi uno sciopero della fame che ne ha debilitato il fisico - ha subito pesanti torture. Per arginare la perdita di peso, le autorità carcerarie lo hanno alimentato a forza con un sondino nasale.
Commentando la nuova sentenza di condanna il compagno e attivista Zhu Chengzhi sottolinea che una lunga pena detentiva come quella inflitta a Guo equivale, di fatto, a una “condanna a morte” considerato il deterioramento della salute per il prolungato sciopero della fame. “Le autorità - accusa - gli hanno comminato la pena capitale” perché la prolungata astinenza dal cibo ha causato “enormi danni alla sua salute”. “Temo che Guo Feixiong - conclude Zhu - non potrà sopravvivere fino al giorno del suo rilascio”.
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