Pechino accusa il “Triangolo d’oro”: da lì viene la droga che uccide la Cina
Yangon (AsiaNews/Agenzie) - Il “Triangolo d’oro” - la terra di nessuno al confine fra Myanmar, Laos e Thailandia dedita alla coltivazione di droga - resta, ancora oggi, la fonte principale di produzione di eroina e metanfetamina immessa poi nel mercato cinese. La conferma arriva da un rapporto pubblicato oggi dal governo di Pechino, secondo cui il 90% delle 9,3 tonnellate di eroina e le 11,4 tonnellate di metanfetamina sequestrate nel 2014 sono state prodotte nella regione, confinante con la provincia meridionale cinese dello Yunnan.
Di contro, l’eroina proveniente dalla mezzaluna d’oro - area che comprende anche l’Afghanistan, che resta il maggiore produttore di oppio al mondo - riveste solo il 2% del totale della droga sequestrata in Cina.
Il rapporto governativo, il primo di carattere scientifico prodotto da Pechino sull’uso della droga, sottolinea che “il Triangolo d’oro continua a essere per la Cina la regione più pericolosa in tema di produzione di stupefacenti”. Gli esperti parlano di una “minaccia” regionale “persistente” a dispetto degli sforzi messi in campo dall’esecutivo per fermare il narcotraffico lungo il confine, alimentato da gruppi criminali e bande ribelli armate nelle aree abitate dalle minoranze etniche.
Un rapporto del Dipartimento per la droga e il crimine delle Nazioni Unite (Unodc) del 2013 riferiva che il “Triangolo d’oro” copre “almeno il 18%” della coltivazione e vendita mondiale di oppio. E l’anno precedente il Myanmar si è piazzato al secondo posto, alle spalle dell’Afghanistan, nella produzione mondiale di oppiacei grazie a una crescita delle coltivazioni negli Stati Shan e Kachin, minoranze etniche spesso in lotta col governo centrale birmano.
Secondo quanto riferiscono gli esperti, lo scorso anno l’uso di droghe sintetiche - metanfetamine e ketamine - ha superato in diffusione e popolarità quello dell’eroina. Dai primi anni ’80, con l’allentamento dei controlli sul traffico e il consumo di stupefacenti coinciso con l’ascesa al potere dei comunisti nel 1949, la Cina ha registrato un trend crescente nell’uso di droghe.
Ad oggi in Cina vi sono almeno 3 milioni di tossicodipendenti certificati, ma se si considera il numero di quanti hanno provato almeno una volta nella vita una droga si sale fino a 14 milioni (su un totale di 1,4 miliardi). Va inoltre aggiunto che i consumatori sono sempre più giovani e provengono dai più svariati ambiti sociali ed economici; essi sperimentano vari tipi di sostanze, compresa la cocaina proveniente dal Sudamerica.