Pechino, riconoscimento facciale per chi compra una Sim card
Fino ad ora per un contratto con un operatore telefonico bastava la carta d’identità. Secondo alcuni la misura servirà a bloccare le frodi via telefono. Per altri, questo è un nuovo passo verso il controllo totale della popolazione. Le contraddizioni del “Quotidiano del popolo”.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Da ieri il governo cinese ha introdotto la regola secondo cui una persona che acquista una Sim card o fa un contratto telefonico, deve essere registrato con riconoscimento facciale. Fino ad ora simili contratti erano firmati con l’uso della carta di identità.
Secondo il ministero dell’industria e della tecnologia informatica la misura servirebbe a frenare il commercio sottobanco di Sim card ed evitare che le identità dei clienti registrati siano trafugate.
I commenti online sulla misura sono vari: alcuni dicono che essa potrà essere utile bloccare le frodi via telefono; altri pensano che questa sia un nuovo passo verso il controllo totale della popolazione.
Già ora nel Paese vi è totale tracciabilità nell’uso di cellulari e di internet: per ogni registrazione occorre dare la propria reale identità.
La Cina immagazzina dati a non finire sulla popolazione, senza comunicare il modo con cui essi vengono utilizzati e nel Paese non esiste una legge sull’uso improprio di tali informazioni.
Dati sul riconoscimento facciale sono divenuti un’occasione di commercio, anche perché molti provider da tempo acquisiscono dati sul riconoscimento facciale, prima ancora che il governo lo imponesse. Il “Quotidiano del popolo” ha denunciato che in almeno un caso, 5mila elementi di riconoscimento facciale sono stati messi in vendita per 10 yuan l’uno su internet. Secondo il giornale del Partito comunista cinese, la popolazione dovrebbe avere il diritto di scegliere se aderire o no al riconoscimento facciale. Ma a quanto pare ora è lo stesso governo ad esigerlo, senza domandare alcun permesso.
25/06/2021 10:50
24/01/2019 12:56