25/03/2015, 00.00
CINA
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Pechino, l’ultima centrale a carbone chiuderà nel 2016

La capitale cinese ha un livello di inquinamento pari al doppio della media nazionale. Nell’area hanno operato per decenni quattro mega strutture energetiche a carbon fossile. Il minerale fornisce ancora circa il 70% del fabbisogno nazionale, ma i danni all’ambiente sono incalcolabili.

Pechino (AsiaNews) – La municipalità di Pechino ha annunciato che chiuderà entro il 2016 la China Huaneng Group Corp, ultima centrale energetica a carbone ancora operante nel proprio territorio. Nelle ultime settimane è stata annunciata la chiusura anche delle altre tre strutture che, grazie al minerale, hanno rifornito di energia la megalopoli. Secondo il governo queste saranno rimpiazzate da stazioni a gas, in grado di aumentare la produzione di 2,6 volte rispetto agli standard attuali.

La decisione rientra in un piano più ampio di ammodernamento del sistema energetico nazionale, che ancora dipende al 70% dal carbon fossile. Il governo centrale vuole ridurre di 13 milioni di tonnellate l’uso di questo materiale, altamente inquinante. Il fabbisogno sarà colmato, sempre secondo i piani nazionali, da una maggiore importazione di gas e petrolio dall’estero.

La questione non è soltanto economica. Bruciare carbone produce emissioni inquinanti che hanno già devastato l’ambiente e la qualità dell’aria delle maggiori città del Paese. Nella sola Pechino si registrano quasi 300 giorni di condizioni metereologiche “pessime”, che hanno provocato un aumento sensibile delle malattie respiratorie e persino danneggiato il normale sviluppo fisico dei bambini.

Il governo centrale è consapevole del problema ma sembra incapace a risolverlo. In diverse occasioni il presidente Xi Jinping ha invitato gli industriali a "pensare verde" e - sulla carta - ha inasprito le sanzioni contro ditte e dirigenti che inquinano in maniera consapevole. Tuttavia la corruzione dilagante nei governi locali ha tolto ogni potere alle direttive centrali soprattutto nel mercato energetico.

Nel 2014 l'ex ministro della Salute Chen Zhu ha firmato un articolo sull'importante rivista medica The Lancet in cui ha ammesso che l'inquinamento ambientale causa ogni anno, in tutta la nazione, fra le 350mila e le 500mila morti premature. Tuttavia, uno studio pubblicato sulla stessa rivista in precedenza fissava le vittime dell'aria inquinata a 1,2 milioni soltanto per il 2010.

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