Pechino, la produzione industriale scende ai livelli del 2009
Pechino (AsiaNews/) – L’attività industriale in Cina crolla ai livelli più bassi da sei anni a questa parte (2009), mentre il settore dei servizi sembra essere in stallo. Gli indicatori privati pubblicati ieri confermano i timori: il rallentamento dell’economia cinese sembra oramai non soltanto inarrestabile, ma persino più veloce di quanto previsto.
Per il secondo mese consecutivo, in settembre il manifatturiero è in contrazione: il valore del Pmi si ferma infatti al 49,8 contro i 49,7 di agosto 2015. I valori sotto il 50 indicano la restrizione del settore.
Sebbene le cifre siano leggermente migliori rispetto alle aspettative del mercato, l'ultima lettura suggerisce che le condizioni generali dell’economia cinese si stanno oramai del tutto deteriorando. Si rafforza nei mercati anche la convinzione che Pechino dovrà prima o poi ricorrere a misure di stimolo, per evitare un rallentamento più marcato.
Gli analisti si aspettavano che il valore toccasse il 49,6 (il livello più debole da agosto 2012), in risposta al calo della domanda in patria e all'estero. Questo calo ha lasciato molte aziende ferme e ha rallentato l’acquisto e la compravendita di materie prime (minerale di ferro e di rame) necessari per la produzione del settore petrolchimico.
Molti economisti prevedono un rallentamento economico graduale e danno credito al tentativo del governo centrale di rimpiazzare il vecchio modello – basato sull’industria pesante e sulle esportazioni – con un nuovo e più agile sistema basato sui servizi e sull’aumento del consumo interno.
Tuttavia, come ha ammesso in più occasioni persino il premier Li Keqiang, questa transizione non sarà indolore. E visti gli enormi problemi sociali del Paese – causati da disoccupazione, inquinamento, corruzione e scandali alimentari – una flessione nel settore dell’occupazione potrebbe causare un terremoto politico in grado di far crollare il Partito.