Pechino, incriminati Chen Mei e Cai Wei per aver pubblicato articoli vietati sul Covid-19
I due attivisti erano stati arrestati il 19 aprile. Avevano postato sul web l’intervista ad Ai Fen, la dottoressa che aveva lanciato l’allarme sul coronavirus. Nuovo focolaio del morbo a Pechino. Isolate e poste in quarantena 10 aree residenziali della capitale.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Due attivisti di Pechino saranno processati per aver postato sul web articoli sulla crisi del coronavirus, che il governo aveva censurato. La notizia dell’incriminazione di Chen Mei e Cai Wei è stata data ieri dai loro familiari.
Chen e Cai sono stati arrestati il 19 aprile. Essi avevano pubblicato su GitHub – il più grande sito web open-source al mondo – l’intervista rilasciata il 10 marzo al magazine “People” da Ai Fen, la dottoressa di Wuhan che per prima aveva lanciato l’allarme sul Covid-19.
Negli ultimi due anni, attraverso il loro progetto collettivo “Terminus 2049”, Chen e Cai hanno fatto circolare materiale vietato dalle autorità, compreso articoli sul movimento “MeToo” contro la violenza e la discriminazione di genere, e sullo sfratto di un gran numero di lavoratori migranti da alcune abitazioni di Pechino.
Chen e Cai vivono a Pechino, dove è scoppiato un nuovo focolaio di coronavirus. Ieri sono stati contati 36 casi di contagio nella capitale, tutti legati al mercato di Xinfadi. In totale, dall’11 giugno si sono avute 79 nuove infezioni nella capitale. Altri contagi si sono registrati nelle province dell’Hebei e del Liaoning.
La Cina è l’epicentro della pandemia di Covid-19. Lo scorso mese, il governo aveva dichiarato di aver debellato il morbo. I casi confermati nel Paese sono 84.729 e i morti 4.645. Le autorità temono una seconda ondata di contagi dopo quella avuta a partire dallo scorso dicembre. Per contrastare la propagazione del virus, esse hanno isolato e messo in quarantena 10 aree residenziali della capitale.
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