Pechino, aperto il processo contro altri due attivisti anti-corruzione

Ding Jiaxi e Li Wei sono entrambi esponenti del Movimento nuovi cittadini, che chiede ai funzionari del governo di rendere pubblici i propri interessi economici e commerciali. Sono accusati di "aver convocato una folla per disturbare l'ordine pubblico". L'avvocato: "Sono innocenti, ma danno fastidio ai leader".

Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Il tribunale del distretto Haidian di Pechino ha aperto questa mattina il processo contro Ding Jiaxi e Li Wei, entrambi esponenti del Movimento nuovi cittadini, accusati di "aver convocato una folla per disturbare l'ordine pubblico". Entrambi gli attivisti sono impegnati da tempo in una campagna pubblica per chiedere ai leader cinesi di pubblicare i propri guadagni e proprietà. Il leader del Movimento, Xu Zhiyong, è stato condannato nel gennaio 2014 a 4 anni di galera: altri esponenti del gruppo sono nelle mani della polizia.

Il processo contro Ding e Li doveva iniziare 3 mesi fa, ma entrambi hanno ricusato i propri avvocati per allungare i tempi del procedimento. Davanti alla Corte si sono schierati diversi cordoni di polizia per impedire l'accesso al pubblico (v. foto): i giornalisti non sono stati ammessi all'interno e i sostenitori dei due detenuti sono stati portati via dagli agenti.

Jiang Yuanmin, avvocato di Li, sostiene che il suo cliente non abbia commesso alcun crimine: "Le persone come Ding Jiaxi e Li Wei vogliono solo che i funzionari del governo rendano pubblici i propri interessi economici e commerciali. Ma questa richiesta va contro gli interessi di una larga maggioranza di dirigenti pubblici, e quindi il governo ha paura".

La lunga serie di processi contro i membri del Movimento dimostra che la campagna anti-corruzione lanciata dal presidente Xi Jinping non vuole coinvolgere la popolazione, ma rimane uno strumento nelle mani solo del Partito e del governo. Diversi gruppi per i diritti civili hanno criticato il leader nazionale per questa repressione che - dicono - "di fatto dimostra come l'esecutivo rimanga intollerante nei confronti di ogni forma di opposizione organizzata".