Patriarca maronita: elezioni anticipate e nuovo governo per sanare una nazione ferita
Nell’omelia domenicale il porporato ha attaccato una “classe dirigente” che vuole solo salvare se stessa. Inutile un esecutivo di emergenza se non è il riflesso di una “vera unità”. Gruppi parlamentari e partiti devono raccogliere “la sfida del cambiamento”. Alle forze di sicurezza il compito di “proteggere” i giovani che manifestano.
Beirut (AsiaNews/Agenzie) - Elezioni parlamentari anticipate e un governo con l’obiettivo di salvare la nazione e i suoi abitanti, non la “classe dirigente” di una nazione dilaniata dalle due esplosioni a Beirut del 4 agosto, dalla crisi economica e dall’emergenza coronavirus. La nascita di un esecutivo di unità nazionale, ha aggiunto il porporato ieri nell’omelia della messa domenicale, è controproducente se esso non riflette una “vera unità”.
“È bene che tutti sappiano - ha proseguito il patriarca maronita - che non vi può essere un governo di unità nazionale senza una vera unità e che non vi può essere un esecutivo di emergenza, senza personalità che siano davvero di aiuto”. E non vi è “consenso” attorno a un governo, ha proseguito, se “non vi è consenso sulle riforme. Assieme ai cittadini, chiediamo un esecutivo per lo Stato e per la gente, non un governo per i partiti, le sette o [gli interessi di] nazioni straniere”.
Il patriarcato maronita ha annunciato che “respingerà e si batterà con ogni mezzo contro un piano di accordi che si viene a formare a spese del Libano”.
Per il card Raï i gruppi parlamentari e le fazioni politiche devono raccogliere la “sfida” del “cambiamento”, di indire elezioni anticipate “senza aspettare una nuova legge elettorale” e di far nascere un esecutivo che sappia soddisfare le legittime richieste del popolo. E che tragga il fondamento del proprio potere e della propria autorità nel “preambolo della Costituzione”.
L’incidente al porto della capitale dei primi di agosto ha causato 177 morti e oltre 6500 feriti, devastando interi quartieri e alimentando l’ira di gran parte della popolazione civile, secondo cui esso è diretta conseguenza di una classe politica corrotta e incompetente. Sono almeno 300mila le persone rimaste senza casa e in estremo bisogno; per loro AsiaNews ha lanciato la campagna “In aiuto a Beirut devastata”.
Ad un Paese che deve affrontare “la più grave minaccia” della propria storia, il patriarca maronita rivendica la necessità di una leadership “di rottura, non di continuità, che rompa con un passato di corruzione nazionale, morale e materiale”. E le riforme alla base del cambiamento non devono limitarsi all’ambito amministrativo, ma è fondamentale che esso abbracci “la politica, la sicurezza e l’apparato militare”.
Nei giorni scorsi, in seguito alle esplosioni, diversi parlamentari hanno rassegnato le dimissioni in segno di protesta; tuttavia, il numero di quanti hanno lasciato non è sufficiente per lo scioglimento della Camera e l’indizione di elezioni anticipate. A conclusione dell’omelia, il patriarca maronita si è rivolto alle forze di sicurezza, perché “abbraccino e proteggano i giovani” che protestano. “Non vi è sicurezza senza libertà - ha concluso - e non vi è autorità senza popolo. Noi ci eleveremo contro tutti i progetti che siano a detrimento del Libano” e “non accetteremo” che il Paese diventi “una carta nelle mani delle nazioni che vogliono riallacciare i loro rapporti alle spalle del popolo libanese”.
A sostegno della popolazione di Beirut e del Libano, in appoggio alla Caritas Libano, AsiaNews ha deciso di lanciare la campagna "In aiuto a Beirut devastata". Coloro che vogliono contribuire possono inviare donazioni a:
- Fondazione PIME - IBAN: IT78C0306909606100000169898 - Codice identificativo istituto (BIC): BCITITMM -
Causale: “AN04 – IN AIUTO A BEIRUT DEVASTATA”