Patriarca caldeo: Digiuno alla vigilia di Natale per il ritorno dei profughi a Mosul
Erbil (AsiaNews) - Il patriarca caldeo di Baghdad Louis Raphael Sako, invita tutti i cristiani dell'Iraq a fare un digiuno alla vigilia di Natale per implorare dal Signore il ritorno dei profughi a Mosul e nella piana di Ninive. Allo stesso tempo, egli chiede ai suoi fedeli di non organizzare "alcun festeggiamento mondano" a Natale e a Capodanno come "segno di solidarietà con i loro fratelli sfollati, che stanno vivendo una sofferenza indescrivibile".
Il patriarca caldeo ricorda di aver visitato in questi giorni "alcuni campi dei profughi in Ankawa, e in Alqosh e nei villaggi di Amadiya e Aqra. Ho incontrato i preti di Zakho, e ho esperimentato quanto è pesante e dolorosa la loro croce".
Le zone citate sono nel Kurdistan, dove oltre 120mila cristiani hanno trovato rifugio fuggendo da Mosul e dalla piana di Ninive perché cacciati o braccati dall'Esercito islamico a rischio della vita.
Nel suo Messaggio di augurio per il prossimo Natale, egli suggerisce a tutti i cristiani di vivere l'Avvento "con il digiuno, preghiera, riflessione e carità". Per questo egli invita a digiunare da lunedì 22 dicembre fino alla notte del 24 dicembre, non toccando cibo o bevanda fino a mezzogiorno, come "nei giorni di Bautha". Il digiuno di Bautha ricorda quello che il profeta Giona ha proposto agli abitanti di Ninive per la loro conversione.
"Digiuniamo - dice il patriarca - per la liberazione di Mosul e dei villaggi della piana di Ninive, perché la pace e la sicurezza tornino in queste zone, e tutti possano rientrare nelle loro case, ai loro lavori e alle loro scuole. Ricordiamo ciò Cristo ha detto: 'Questa razza di demoni non si scaccia se non con la preghiera e il digiuno' (Mt 17, 21). Siamo sicuri che la nascita di Cristo, che ha condiviso la nostra storia personale e quella dell'umanità, ascolterà la nostra preghiera e accetterà il nostro digiuno e realizzerà la nostra speranza e il nostro desiderio di tornare alle nostre case e vivere la nostra vita normale come era prima".
Allo stesso tempo, Mar Sako invita "tutti i cristiani a non organizzare nessun tipo di festeggiamento mondano a Natale o Capodanno, specialmente in queste situazioni amare. È un segno di solidarietà con i loro fratelli sfollati i quali stanno vivendo una sofferenza indescrivibile".
Augurando un buon Natale "nei nostri cuori e nei nostri campi profughi", il patriarca spinge ancora a "digiunare e dare la mano ai bisognosi, visitandoli e consolandoli".
10/03/2017 10:36