Patriarca armeno: Santa Sofia aperta al culto per i musulmani, ma anche per i cristiani
Per Sahak Mashalian “il tempio è abbastanza grande” per essere usato da entrambe le confessioni. Una decisione che sarebbe “applaudita” in un’ottica “di pace” e farebbe della Turchia un esempio e orgoglio nel mondo. Ma il 73% dei turchi la vuole come moschea.
Istanbul (AsiaNews) - Santa Sofia a Istanbul “sia aperta al culto”. L’appello per il possibile cambio di utilizzo dell’edificio conteso, in origine una basilica, poi trasformata in moschea e oggi museo secondo il volere di Kemal Ataturk, stavolta non arriva di un leader musulmano ma da un alta personalità cristiana. Sahak Mashalian, 85mo patriarca armeno di Costantinopoli, afferma infatti che “il tempio è abbastanza grande” perché possa essere usato da tutti e “una piccola parte può essere riservata ai cristiani”.
La controversia su Hagia Sophia si arricchisce dunque di un nuovo capitolo. Di recente la tensione attorno all’edificio si era inasprita in seguito alla decisione, sostenuta dallo stesso presidente Recep Tayyip Erdogan che ha fatto del nazionalismo e dell’islam le armi per mantenere il potere, di recitare una preghiera islamica al suo interno. Nei giorni seguenti si era registrata la pubblicazione di un sondaggio secondo cui il 73% dei turchi sarebbe favorevole alla trasformazione in moschea.
In questo contesto infuocato si registra la presa di posizione del patriarca armeno, che propone una soluzione che potrebbe trovare tutti d’accordo, come spiega egli stesso. “Santa Sofia è stata fondata - ricorda - grazie all’opera di mille lavoratori, spendendo una fortuna. Nei 1500 anni sono avvenute molte opere di riparazione, fra cui gli sforzi della fondazione Fatih Sultan, tutto è stato fatto per proteggere questo tempio come luogo di culto, e non certo come museo”. “Penso che credenti inginocchiati - aggiunge - che si prostrano con rispetto e ammirazione, meglio si adattino alla natura del luogo rispetto a turisti che vagano qua e là per scattare foto”.
Ecco perché, prosegue il patriarca Mashalian, propongo che “Santa Sofia sia aperta al culto. Il sito è abbastanza grande. E che una zona sia riservata ai cristiani”. Una decisione, aggiunge, che finirebbe per essere “applaudita” da tutto il mondo in un’ottica “di pace” e di “maturità religiosa”. “Che Santa Sofia - prosegue - diventi il simbolo della pace dell’umanità e del secolo attuale. È questa, forse, un’utopia?” si domanda, dato che “celebriamo tutti il nostro culto sotto lo stesso cielo”. Ecco perché “possiamo condividere allo stesso modo la cupola di Hagia Sophia”.
Il patriarca armeno ribadisce la fede “in un unico Dio/Allah” anche se “il credo può essere diverso”, per questo un luogo che “assorbe mille anni di preghiera cristiana e 500 di preghiera musulmana fra le sue mura, ciò che ne è sintesi dell’esistenza misteriosa, non avrà obiezioni a questa pratica”. Egli invita dunque tutti i fedeli a entrare, respirare il silenzio e imparare da esso.
Hagia Sophia “è luogo di saggezza” e potrà insegnare che “non vi è nulla di più prezioso nella storia dell’umanità attraverso i suoi 1500 anni che la pace”. “Non possiamo permetterci il lusso - conclude - di un nuovo conflitto fra la croce e la mezzaluna crescente, La salvezza del pianeta è insita proprio nell’alleanza fra croce e mezzaluna crescente. E l’onore di presentare una pace simile al mondo sarebbe motivo di orgoglio per la Repubblica di Turchia”.