Patriarca Sako: La fiamma della speranza illumini il Natale dei cristiani irakeni
Baghdad (AsiaNews) - Nel suo messaggio di Natale, il patriarca dei Caldei Mar Louis Raphael Sako "bussa alle porte" dei cristiani e li invita a rimanere saldi e a mantenere viva la fede pur fra "sofferenze, ansietà e grandi sfide". In un periodo difficile per la minoranza, che negli ultimi dieci anni ha visto dimezzare la propria popolazione, Mar Sako - al suo primo Natale da patriarca - auspica che la festa sia il "titolo di un reale progetto di vita" compreso "da quanti trovano in esso la propria delizia e il coraggio di andare avanti".
Il messaggio
di Sua Beatitudine abbraccia anche i "fratelli" musulmani, ai quali chiede collaborazione
e contributi nel "progetto di pace", perché "la buona novella del Natale è per
tutti". Egli auspica inoltre la fine delle violenze, sostituite da una "logica
del dialogo" che sia fonte di reale riconciliazione delle diverse anime del
Paese. Il Patriarca si rivolge infine alla comunità, ringraziandola per la "perseveranza"
e per il "coraggio" con il quale testimonia "la fiamma della speranza" seguendo
l'esempio di Abramo.
Ecco, di seguito, il messaggio di Natale di Sua Beatitudine Mar Sako:
Cari fratelli e sorelle,
Sono qui a bussare alle vostre porte in prossimità
del Natale, per dirvi, nel mezzo delle vostre sofferenze, ansietà e alle grandi
sfide che dovete affrontare: "Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in
terra". Sono certo della vostra fede, delle preghiere, della vostra fermezza. Grazie
per la vostra perseveranza, perché continuate a portare con coraggio la fiamma
della speranza, seguendo l'esempio di nostro padre Abramo da Ur dei Caldei.
Egli era solo, ma voi siete molti; egli è diventato il padre di tutti i
credenti perché ha saputo mantenersi fiducioso e fedeli sino alla fine.
Il messaggio di Natale non è solo un augurio, ma il titolo di un reale progetto di vita che può essere compreso solo da quanti la capiscono e trovano in esso la propria delizia, e il coraggio di andare avanti. Colui il quale si ferma davanti agli eventi fonte di frustrazioni e rimpiange il passato, compie un errore gravissimo. Invece, colui il quale entra in profondità negli eventi, potrà scoprire una nuova chiamata, nuovi segni di speranza per una vita nuova. Se il giovane ricco, che ha incontrato Gesù, avesse venduto tutto con gioia, avrebbe festeggiato e goduto di libertà e pace, e non si sarebbe allontanato in modo "triste". (Luca 18:18-23).
La domanda che ci si pone di fronte oggi è: "Quali sono i risvolti di questa festa per noi, le nostre famiglie, la nostra Chiesa e il nostro Paese? Dobbiamo forse rinnovare la nostra determinazione nel portare il messaggio di gioia degli Angeli col quale noi, cristiani caldei, iniziamo le nostre preghiere quotidiane, attraverso le suppliche, l'amore, il sacrificio e la testimonianza della nostra Fede e dei nostri valori nelle case, nelle scuole, al lavoro, diventando i pastori che ripetono ciò che hanno sentito, e come i Magi e la stella che brilla "sopra il bambino", condurre le altre persone a Lui?"
A tutti voi offro la mia gratitudine, per la dedizione che mostrate alla vostra chiesa, per il radicamento alla vostra terra e la vostra fermezza di fronte alle difficoltà, attraverso una speranza vera e una testimonianza grande. Come ha ricordato Papa Francesco, il Natale è un incontro.
In questa occasione [di festa] sono felice di rivolgermi ai nostri fratelli musulmani, ai quali chiedo di unirsi a noi in questo progetto di pace, perché la buona novella del Natale è per tutti. Mi rivolgo a loro, chiedendo di lavorare insieme per fermare la logica della violenza, dei combattimenti e degli attacchi, e di instaurare la logica del dialogo per raggiungere la pace, la stabilità, la libertà, dignità e giustizia nel nostro Paese, infiammato dai conflitti.
Sia benedetta la vostra festa, e mi auguro che ogni anno che verrà sia colmo di bontà, di sicurezza e di prosperità per l'Iraq.
05/04/2016 14:26