Patriarca Raï, ‘strutture di peccato’ spingono il Libano al collasso economico
Il patriarca ha criticato in particolare il ritardo nell'attuazione delle riforme richieste dalla comunità internazionale, "più preoccupata per il Libano delle autorità politiche del Paese". Riforme che si riassumano in tagli nella spesa e in una politica di austerità della quale nessun ministro, ha detto il patriarca, sembra disposto pagare le spese.
Beirut (AsiaNews/Agenzie) – Il Libano rischia un collasso economico e finanziario se non avesse successo la lotta contro la corruzione e i meccanismi politici che lo rendono possibile. E’ il monito lanciato dal patriarca maronita, il card. Béchara Raï, che nella sua omelia domenicale (nella foto) ha usato la nozione di “strutture di peccato”.
Le "strutture di peccato" sono un concetto della dottrina sociale della Chiesa particolarmente caro a Giovanni Paolo II. Tali strutture, secondo tale dottrina, sono il risultato di un insieme di peccati personali e sociali. Ed è sociale qualsiasi attacco al bene comune, alla giustizia tra gli uomini, o alla loro uguaglianza nei diritti e doveri.
Il patriarca ha criticato in particolare il ritardo nell'attuazione delle riforme richieste dalla comunità internazionale, "più preoccupata per il Libano delle autorità politiche del Paese". Riforme che si riassumano in tagli nella spesa e in una politica di austerità della quale nessun ministro, ha detto il patriarca, sembra disposto pagare le spese.
Gli esperti economici stimano in 30 milioni di dollari al giorno il costo del debito pubblico e reputano una priorità per il governo ridurre il deficit di bilancio.
"È necessario – ha affermato il Patriarca - che i membri del governo e dei deputati mettano il dito sulla piaga, in atti e non a parole. È inaccettabile non iniziare le riforme richieste dalla comunità internazionale, che sembra più interessata al Libano che le autorità del Paese. Queste ultime, sfortunatamente, sono impantanate nei loro conflitti di interesse. È inaccettabile non risolvere il problema dell'elettricità e dello spreco finanziario giornaliero in questo settore, o procrastinare una decisione coraggiosa di una revisione delle leggi che regolano le retribuzioni dei dipendenti e dei pensionati, e in generale tutte le spese che portano il Tesoro al fallimento. È inammissibile non votare il bilancio dell'anno in corso. Questi sono tutti peccati contro il popolo libanese”.
Il card. Raï ha infine invitato "politici, amministrazioni pubbliche e l'intero popolo libanese ad adottare una politica, un programma di austerità, a beneficio del Tesoro", perché "il Paese è sull'orlo del collasso economico e finanziario"
01/12/2016 16:20
14/01/2021 10:30