Patriarca Kirill: Natale, l’energia dell’amore divino che trasfigura il mondo
L’anno trascorso nella commemorazione dei “tragici avvenimenti del XX secolo e dell’inizio delle persecuzioni contro la fede”. “Le sofferenze non hanno lasciato il mondo, ogni giorno noi sentiamo di guerre e di rumori di guerre”. Eppure “il mondo sopravvive nonostante gli assalti del maligno”.
Mosca (AsiaNews) - Riportiamo alcuni passaggi del messaggio natalizio del Patriarca di Mosca Kirill (Gundjaev), rivolto ai vescovi, ai sacerdoti, ai monaci e a tutti i fedeli della Chiesa Ortodossa Russa. Nella Chiesa russa, come in molte Chiese orientali, Natale si festeggia il 7 gennaio. Il Messaggio è stato diffuso il 5 gennaio scorso (traduzione a cura di Vladimir Rozanskij).
Carissimi nel Signore,
oggi noi invitiamo tutti gli uomini della terra a glorificare insieme alla Chiesa il Creatore e Benefattore con le parole: “Cantate al Signore da tutta la terra” (Irmos del primo canto del canone di Natale).
Il Dio di ogni bontà, che ama la sua creazione, invia il Suo Figlio Unigenito, il Messia tanto atteso, affinché egli compia l’opera della nostra salvezza. Il Figlio di Dio, che è nel seno del Padre (Gv 1,18), è diventato Figlio dell’Uomo e viene nel nostro mondo, per redimerci con il suo sangue dal peccato, affinché il pungiglione della morte non lasci l’uomo nell’angoscia…
Noi sappiamo che i Magi in adorazione portarono a Cristo dei doni. Che dono possiamo portare noi al Divino Maestro? Quello che Egli stesso chiede a noi: Dammi il tuo cuore, figlio mio, e piacciano ai tuoi occhi le mie vie (Prov 23,26). Che cosa significa dare a Dio il cuore? Il cuore è simbolo della vita. Se smette di battere, l’uomo muore. Dare a Dio il cuore significa consacrare a Lui la vita. La consacrazione non significa rinunciare a tutto ciò che noi abbiamo; noi siamo chiamati soltanto ad allontanare dal cuore ciò che impedisca la Presenza di Dio in noi. Quando tutti i pensieri sono impegnati unicamente dal proprio “io”, quando nel cuore non c’è posto per il prossimo, allora il Signore non trova posto dentro di noi. La presenza del prossimo nel cuore dipende anzitutto dalla nostra capacità di condividere la sofferenza dell’altro, e sostenerlo con atti di misericordia…
Il Signore ci invita a osservare le Sue vie. Osservare le vie del Signore significa vedere la presenza divina nella propria vita e nella storia umana: vedere sia la manifestazione dell’amore divino, sia la sua giusta ira.
L’anno trascorso nella vita del nostro popolo è stato pieno di commemorazioni dei tragici avvenimenti del XX secolo e dell’inizio delle persecuzioni contro la fede. Abbiamo ricordato i nuovi martiri e i confessori, che hanno testimoniato con coraggio la propria dedizione a Cristo. Perfino in questo tempo terribile per il paese, il Signore ha mostrato a noi il Suo amore: dopo la forzata interruzione bisecolare, è stato restaurato il Patriarcato nella Terra Russa, e la Chiesa nel terribile tempo della prova ha acquistato nella persona del Patriarca Tikhon, eletto Supremo Pastore, una guida saggia e coraggiosa, grazie alle cui accorate preghiere davanti al trono dell’Altissimo Creatore, la Chiesa e il popolo hanno potuto attraversare le prove più dure…
Ora stiamo vivendo un periodo particolare: le sofferenze non hanno lasciato il mondo, ogni giorno noi sentiamo di guerre e di rumori di guerre (vedi Mt 24,6)). Eppure quanto amore divino si riversa sul genere umano! Il mondo sopravvive nonostante gli assalti del maligno, e l’amore umano, i valori della famiglia resistono, nonostante gli incredibili sforzi per distruggerli definitivamente, per profanarli e corromperli…
La fede in Dio è viva nei cuori della maggioranza delle persone. E la nostra Chiesa, nonostante i decenni di persecuzione del recente passato, e l’utilizzo attuale dei meccanismi di sovvertimento della sua autorità, è stata, rimane e sarà sempre il luogo dell’incontro con Cristo.
Noi crediamo che attraverso le prove attuali, i popoli storici della Rus’ conserveranno e rinnoveranno la propria unione spirituale, diventeranno materialmente benestanti e socialmente progrediti.
Che possa quest’anno essere pacifico e fruttuoso per il nostro popolo, per i popoli storici della Rus’ e per tutti i popoli della terra. Che il Divino Bambino che nasce a Betlemme ci aiuti a rinforzarci nella speranza, a vincere il timore, e attraverso la fede a fare esperienza dell’energia dell’amore Divino, che trasfigura la vita umana.
01/10/2017 13:02
01/09/2018 09:01