22/12/2011, 00.00
RUSSIA
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Patriarca Kirill commenta le proteste anti-Putin: le autorità ascoltino le critiche

di Nina Achmatova
A quasi tre settimane dall’esplosione delle manifestazioni contro i presunti brogli elettorali a favore del partito di governo, Kirill prega per la pace sociale. Tra due giorni nuova grande manifestazione a Mosca.
Mosca (AsiaNews) – Si aspettava da tempo e a quasi tre settimane dall’esplosione delle manifestazioni anti-governative in Russia è arrivato il commento del patriarca di Mosca, Kirill. “Lasciamo che il Signore illumini chi ha punti di vista differenti, in particolare sulle questioni politiche nel Paese e sulle recenti elezioni, e ci aiuti a iniziare un vero dialogo civile in modo da non distruggere la vita della nazione”, ha auspicato il leader della Chiesa russo-ortodossa alla fine della liturgia celebrata il 18 dicembre alla cattedrale dell’Epifania a Noginsk, nella regione di Mosca.

Secondo il Patriarca, “le autorità devono dare più credito al popolo e contribuire a questo dialogo e alla comunicazione, superando le perplessità e i disaccordi in modo che né le tentazioni umane, né gli sbagli, né fraintendimenti sul lavoro fatto per il benessere del Paese possano dividere la società”.

“Non abbiamo il diritto di dividere – ha aggiunto – lo spargimento di sangue del XX secolo non ce lo permette. Dobbiamo vivere insieme, indossando l’armatura della verità di Dio, come ci insegna San Paolo”.

Dal 5 dicembre, all’indomani delle legislative russe vinte tra accuse di brogli e irregolarità dal partito di governo Russia Unita, una parte della società civile sta scendendo in piazza a cadenza regolare per chiedere l’annullamento del voto e il rispetto dei propri diritti costituzionali. Si tratta della cosiddetta classe media russa, giovani, intellettuali, liberi professionisti ed ex politici che si organizzano e informano principalmente sul web. Il movimento di protesta ha organizzato il 10 dicembre a Mosca la più grande manifestazione degli ultimi 15 anni nel Paese (50mila partecipanti) e si prepara a tornare in piazza tra due giorni, alla vigilia di Natale.

Come anche il Cremlino, la Chiesa russo-ortodossa sottolinea la necessità di preservare la pace sociale ed evitare rivoluzioni che sul modello della primavera araba sembrano comunque poco probabili in Russia. Sull’argomento si era già espresso l’arciprete Vsevolod Chaplin capo del Dipartimento per le relazioni tra la Chiesa e la società presso il Patriarcato di Mosca. “La cosa più importante ora è mantenere la pace civile e non permettere nuovi 1905, 1917, 1991, 1993”, con riferimento alle date delle maggiori rivoluzioni e disordini sociali in Russia del secolo scorso.

La Chiesa si rivolge però allo stesso tempo anche al potere chiedendo di non lasciare inascoltate le richieste della gente. Per ora sia il premier Vladimir Putn che il presidente uscente Dmitri Medvedev hanno respinto ogni rivendicazione dei manifestanti, cercato di sminuire l’importanza delle proteste e risposto duramente alle critiche internazionali sui sospetti di brogli. Nel tentativo di arginare il malcontento anche in vista delle presidenziali di marzo, sono state avanzate solo flebili promesse di riforme del sistema politico in cui per ora la gente crede poco.
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