Pastore evangelico ucciso, dubbi su rivendicazione dei maoisti
Yalam Sankar, 50 anni, era una figura nota per le sue prese di posizione contro i nazionalisti indù. Il Global Council of Indian Christians chiede indagini accurate su questo omicidio e la sicurezza e la salvaguardia della comunità cristiane nell’India centrale.
Mumbai (AsiaNews) – Solleva forti dubbi sul reale movente la brutale uccisione di un pastore evangelico avvenuta la scorsa settimana nello Stato indiano del Chhattisgarh. Nel villaggio di Angampalli nella notte del 17 marzo Yalam Sankar, 50 anni, già capo del consiglio locale, figura nota per le sue prese di posizione contro i nazionalisti indù, è stato assalito in casa da cinque sconosciuti che l’hanno trascinato in strada e colpito a morte.
Secondo i cristiani locali Sankar era stato minacciato dai gruppi dell’hindutva che gli avevano intimato di smettere di predicare la sua religione. Nonostante questo la polizia del distretto di Bijapur attribuisce l’omicidio a un commando della guerriglia maoista. Sul luogo dell’uccisione è stata trovata anche una rivendicazione in cui l’uomo viene accusato di essere un informatore della polizia. Agli agenti non risulta, però, che vi fosse alcun legame di questo tipo.
Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians, commenta la vicenda ad AsiaNews: “Condanniamo il brutale assassinio del pastore Yalam Shankar. Il fatto che sia attribuito alla guerriglia maoista è stranamente in contraddizione con le affermazioni dei leader dell’Rss secondo cui questi gruppi ‘non prendono mai di mira le comunità cristiane perché esse non denunciano le attività illegali dei naxaliti’. Il Global Council of Indian Christians - conclude Sajan K. George – chiede un’indagine accurata sulla morte di questo pastore innocente e la sicurezza e la salvaguardia della comunità cristiane nell’India centrale”.