09/11/2019, 08.00
INDIA
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Pastore americano intrappolato in India: ‘Pregate per me, mi manca la mia famiglia’

Al rev. Bryan Nerren è stato ritirato il passaporto. Il giudice che dovrebbe decidere del suo caso “è in vacanza questa settimana”. La sua preoccupazione più grande è per la figlia disabile: “Ha capito che c’è qualcosa che non va e si sta ammalando”.

New Delhi (AsiaNews) – “Pregate per me. Mi manca la mia famiglia”. È il messaggio del pastore americano Bryan Nerren, bloccato in India dall’inizio di ottobre. Arrestato per aver violato – suo malgrado – le norme aeroportuali indiane, egli è libero su cauzione, ma di fatto è intrappolato nel Paese asiatico. Le autorità di Delhi gli hanno ritirato il passaporto e non può viaggiare. “Sto bene”, rassicura, ma “nulla è cambiato. Questa settimana il giudice è in vacanza”.

Il rev. Nerren, leader della International House of Prayer Ministries a Shelbyville (nel Tennessee), è sequestrato a Siliguri, nel West Bengal. Il 5 ottobre scorso egli è atterrato in India per tenere alcune conferenze nel Paese e in Nepal. Il pastore aveva con sé del denaro per visitare diverse comunità e fare delle donazioni.

Egli non è nuovo alle opere di carità: la sua organizzazione “Asian Children’s Education Fellowship” ha raccolto oltre 60mila dollari per i terremotati del Nepal nel 2015. Dopo un primo scalo nella capitale, le autorità portuali hanno trovato il denaro, lo hanno interrogato e poi fatto passare. Al secondo scalo a Bagdogra (West Bengal), è stato arrestato e gli sono stati ritirati i documenti.

Al momento il pastore ha il divieto di allontanarsi. La sua udienza, prevista per il 22 ottobre, è stata rinviata al 12 dicembre. La sua famiglia ha lanciato una petizione online sulla piattaforma dell’American Center for Law and Justice (Aclj), nella quale chiede che egli torni a casa e lo definisce un “ostaggio dell’India”. Finora la petizione ha raccolto oltre 93mila firme.

In queste condizioni, la preoccupazione principale del rev. Nerren è per la figlia disabile. “Mia figlia Laura – dice – ha 29 anni ed è portatrice di handicap. Non può parlare, camminare, né prendersi cura di se stessa. Non sta mangiando bene e si sta ammalando. Ha capito che qualcosa non va e sta peggiorando. Io mi prendo cura di lei per il 50% del mio tempo”.

Ad AsiaNews il rev. David, un attivista cristiano indiano, lancia un appello a tutta la Chiesa: “Preghiamo per il pastore. È molto triste quello che dice. Egli ha bisogno delle nostre preghiere”. (A.C.F.)

(Photo credit: American Center for Law and Justice)

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