Pasqua ortodossa, timori per nuove ondate di Covid e di guerra nel Donbass
Le chiese ortodosse, piccole e non areate, possono diffondere il virus, specie durante la celebrazione pasquale quando vi partecipano molte folle. Le indicazioni del Servizio federale. Riconoscimento patriarcale ai responsabili dei progetti umanitari in Siria. Onufryj di Kiev chiede lo scambio dei prigionieri.
Mosca (AsiaNews) – Domani, 2 maggio si celebra la Pasqua secondo il calendario ortodosso. In Russia si teme un nuovo focolaio incontrollato di Covid, come avvenuto lo scorso anno, quando molte chiese si sono rifiutate di osservare le norme di salvaguardia igienica.
A Mosca il Servizio federale per il controllo sui consumi raccomanda di limitare al massimo il numero dei parrocchiani ammessi alle celebrazioni. Preoccupa in particolare il corteo iniziale attorno alle chiese con le candele, che raduna numeri di solito numeri molto consistenti, mentre in chiesa entra solo una piccola parte di essi per partecipare al rito vero e proprio.
Tra le raccomandazioni diffuse vi sono anche l’areazione degli edifici ecclesiastici (le chiese russe sono spesso piccole e poco areate, con grande diffusione del fumo delle candele); la sanificazione dell’aria e delle superfici (soprattutto le icone, baciate per devozione); l’obbligo delle mascherine, assai poco gradito dai fedeli ortodossi e ancora meno dai sacerdoti. Si chiede anche di non ammettere in chiesa le persone oltre i 65 anni con malattie croniche, che costituiscono in realtà la principale categoria di fedeli che frequentano i riti liturgici.
Alla vigilia delle celebrazioni principali, il 29 aprile, il patriarcato ha organizzato un incontro solenne per la consegna dei riconoscimenti patriarcali ai partecipanti a progetti umanitari in Siria. Il metropolita Ilarion (Alfeev), capo del dipartimento per le relazioni esterne, ha incontrato il presidente dell’associazione Diaspora Araba, il dott. Hasan Nasrallah (foto 3). A lui è stato consegnato un certificato di ringraziamento per il contributo al rafforzamento della pace interconfessionale. Nasrallah è stato tra i principali organizzatori dei convogli umanitari russi in Siria negli anni 2017-2020.
Il patriarca greco-ortodosso di Antiochia, Ioann X (Yagizi), ha inviato al patriarca Kirill (Gundjaev) un sentito messaggio di gratitudine. Il messaggio è stato trasmesso alla fine di un documentario sulla vita dei cristiani ortodossi in Siria, dal titolo La Chiesa Antiochena, preparato dallo stesso metropolita Ilarion e trasmesso dal canale Kultura la sera del Giovedì santo. Il patriarcato antiocheno è uno dei più fedeli a Mosca, e ha preso le distanze da Costantinopoli, Atene e Alessandria in merito al riconoscimento della Chiesa autocefala ucraina.
Un altro appello molto accorato è stato diffuso dal metropolita di Kiev Onufryj (Berezovskij) del patriarcato di Mosca (foto 4), che ha chiesto “per amore di Cristo, smettete di sparare almeno nei giorni di Pasqua!”. Il metropolita ha chiesto anche di liberare i tanti prigionieri di guerra detenuti da entrambe le parti in conflitto, e ha detto di volere “in questi santi giorni rivolgermi alle persone che hanno influsso sul conflitto nelle regioni orientali del nostro Paese, nel Donbass, che pure fa parte dell’Ucraina”.
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